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Anche Il Fatto Quotidiano fa i conti con il Festival – TvZoom

I conti in tasca al Festival di Ama & Presta

Il Fatto Quotidiano, di Giulio Da Silva e Stefano Mannucci, pag. 8

Dipendesse da lui, continuerebbe a sparare annunci sanremesi pure a Pasqua, o a Ferragosto. Perso in una dimensione del tempo che nessuno sa, Amadeus è l’Eternauta dei fumetti. Non gli basta più condurre la maratona festivaliera, fresco come una rosa alle due del mattino, mentre milioni di italiani già imputridiscono sui divani. Ormai è preda della nevrosi dell’autocrate: deve occupare spazi extra di comunicazione, preferibilmente in coda al Tg1 serale o nella sala stampa del Casinò. E la strategia del tu-credi-sia-finita-qui-ma-ecco-una-grande-novità, altri quarti d’ora in una scaletta monstre, il “che faccio lascio signò”, quando la bilancia della sopportazione è colma. Da prima di Natale ci sbomballa con “occhio che domani vi dico gli ospiti d’onore”, e poi le star giovani e quelle over 70, le co-conduttrici, i concorrenti, le sorprese internazionali, il gioco d’ammicco con Fiorello che allude a una “cantante americana di origine italiana; e tutti aspettano lo sbarco di Madonna a Nizza mentre Amadeus (finché il contratto della bizzosa M.me Ciccone non sarà blindato) ripiega sulla lombarda Vanoni. C’è del metodo, ovviamente, nella”follia”deldirettoreartistico: ed è quello di procedere per una narrazione sempre interrotta sul crinale del non-ti-scordar-di-me, ché Sanremo è il forziere del bilancio Rai, e va ribattuto anche prima e dopo la settimana di passione. Un metodo rivendicato dal supermanager Lucio Presta, alla nona edizione del festival (contando quelle condotte da Paolo Bonolis, Antonella Clerici, Gianni Morandi e ora Amadeus che ha già firmato per il 2024).

In un’intervista al Sole 24 Ore qualche giorno fa Presta ha detto: “Siamo nell’epoca della serialità e il Festival non fa eccezione. Ci siamo inventati un nuovo modo di raccontare, all’interno del Festival, e un nuovo modo di raccontare il Festival. Una volta il direttore artistico, alla viglia della kermesse, concedeva un’intervista esclusiva a questo o quel giomale(…). La comunicazione sul Festival, con questo schema, si concentrava in poche settimane all’anno. Con le ultime edizioni di Amadeus ci siamo detti: abbiamo il più grande stmmento di comunicazione generalista del Paese che si chiama Tg1, costruiamo attraverso di esso una narrazione che abbracci più mesi e faccia discutere il pubblico per buona parte dell’anno” E così non basta che Ama chiuda le serate all’Ariston che già albeggia e con le rotative dei quotidiani che hanno smesso di girare. Nelle matinée in cui si trova davanti ai cronisti, il conduttore e direttore artistico ricomincia coi pizzini delle sorprese: li rompe amò di biscotti della fortuna, e ne esce dapprima la letterina di Zelenskye poi nientemeno che lo svelamento di una lunga trattativa- irrituale vista da Viale Mazzini, ma fa niente – tra Presta e il Quirinale perché Sergio Mattarella sieda all’Ariston per ascoltare Benigni (compenso lontanissimo dai soliti 300mi1a euro del cachet pregresso, assicura Stefano Coletta) nella concione sulla Carta. È il format del Sanremo Infinito. E tutti gongolano, per prima, e soprattutto, la Rai. Visto che, come ha avuto modo di ricordare il traballante ad Carlo Fuortes, Sanremo è Sanremo maèanche “oggi più di ieri il barometro della situazione dell’anno per la Rai”. Basta dare uno sguardo ai veri conti del Festival, uno dei segreti meglio custoditi della tvdi Stato(andatea sfogliare i bilanci di viale Mazzini, ad esempio quello patinato del 2021, non troverete una sola cifra su Sanremo, tranne quella dell’audience).
(Continua sul Fatto Quotidiano)

(Nella foto Gianni Morandi Amadeus)

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