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Approvato il decreto siccità, Ciaburro (FdI): “Risposta responsabile da parte del Governo Meloni per affrontare il problema”

Dal Governo, via libera al decreto siccità.

Tra i punti fondamentali l’istituzione di una Cabina di regia che possa riportare, a livello politico, i problemi legati alla siccità, esercitando funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contenimento e il contrasto della crisi idrica. La nomina di un Commissario che, tra gli altri poteri, potrà rimuovere gli ostacoli di carattere burocratico e amministrativo che siano emersi e che abbiano impedito alle autorità competenti in via ordinaria, la realizzazione degli interventi infrastrutturali.

E poi ancora, misure per aumentare la capacità delle dighe, anche attraverso attività di manutenzione straordinaria (sghiaiamento, pulizia e riparazione), impiegando risorse già assegnate ma non ancora spese. Per le attività di regolazione del volume degli invasi è prevista l’acquisizione, da parte del Commissario, del parere vincolante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

“Il decreto siccità licenziato dal Consiglio dei ministri questo pomeriggio è una risposta responsabile da parte del Governo Meloni e del Ministro Lollobrigida contro il dilettantismo di chi per anni non ha fatto niente per affrontare il problemaspiega l’onorevole piemontese Monica Ciaburro di Fratelli d’Italia -. Abbiamo fatto del contenimento dell’emergenza siccità un punto centrale del nostro programma, ed il provvedimento licenziato dal Consiglio dei ministri è una risposta concreta, con preziose misure di semplificazione che permetteranno di superare quelle criticità che per anni ci hanno impedito di affrontare in modo concreto il problema”.

“Tra le misure messe adottate – conclude l’onorevole Ciaburro – è prevista una disposizione relativa al riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo: si tratta di una possibilità già prevista dal regolamento europeo sin dal 2020, fino ad ora non attuata, anticipando, in questo modo, prescrizioni contenute in decreti ministeriali che risultano ancora in elaborazione”.

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