Dalle antiche tradizioni, legate alle festività cristiane, di Langa, Roero e Monferrato riemerge la festa popolare del Cantè j’euv.
La suggestiva ed emozionante manifestazione ha dato un assaggio di sé nella serata di venerdì 10 marzo a Bra, dove si sono dati appuntamento i gruppi di canterini, accompagnati dai “fratucin”.
In via Cavour non sono mancate portate tradizionali e bevande, distribuite al suono della fisarmonica. Un bello spunto che ha fatto subito aggregazione con tanti curiosi che si sono uniti alla festa.
Il buon umore continuerà sabato 25 marzo, dalle ore 18, in viale Industria a Sanfrè, dove alla Pro loco del posto si uniranno quelle di Ceresole d’Alba, Monticello d’Alba e Pocapaglia per dare nuovamente respiro a questa iniziativa, ritrovata solamente verso la metà degli anni ‘60 del Novecento.
Nella variante denominata Cantè j’euv dj’Amis, in virtù del legame e dell’amicizia delle quattro associazioni, è compreso il Canté j’Euv dei bambini, che vedrà i bambini ed i ragazzi, dalla scuola materna fino alla scuola media, esibirsi in canti popolari e rappresentare a modo proprio questa tradizione per tenerla ancora più viva.
L’intera serata sanfredese sarà animata da gruppi di cantori con musiche e balli ai quali si accompagnerà la genuinità dei prodotti tipici dell’enogastronomia locale. Ogni Pro Loco si occuperà, infatti, della realizzazione di piatti locali, tra cui peperoni con bagna cauda, un antipasto misto della tradizione, ravioli burro e salvia, torta di nocciole con crema di gianduia e molto altro.
I “fratucin” dopo aver girato di cascina in cascina, portando buon umore, simpatia e raccolto uova al suono della fisarmonica, vi aspettano ancora il 1° aprile a Montaldo Roero, in frazione San Rocco, che è già pronta ad accoglierli festante.
Si tratta di una tradizione che affonda le radici nell’antica cultura rurale di Langhe, Roero e Monferrato. Gruppi musicali improvvisati e spontanei, che incarnano lo spirito di queste generose colline, offrono, oggi come allora, esperienze di folklore suggestive e coinvolgenti.
In un evocativo e ancestrale desiderio di festa, i giovani della questua, che barattavano la loro trascinante allegria con le uova e un bicchiere di vino, offerti dai contadini di zona, non si stancano di rievocare quell’arcana magia, che porta da sempre con sé l’invito alla condivisione ed alla solidarietà.