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Covid, il Ministro Schillaci: “non c’è alcun tipo di preoccupazione, ecco i motivi”

Covid, Schillaci fa chiarezza: “non c’è alcun tipo di preoccupazione”, e spiega perché

Orazio Schillaci

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, al termine del Consiglio dei Ministri, che ha approvato il nuovo decreto legge per la gestione dei flussi migratori, sulla questione Covid, ha sottolineato: “assolutamente in questo momento non c’è nessun tipo di preoccupazione, se poi ci dovesse essere qualche problema interverremo tempestivamente per assicurare la salute pubblica“.

Il Ministro del Governo Meloni spiega: “abbiamo fatto un’ordinanza del Ministero per far sì che ci sia l’obbligatorietà dei tamponi per i passeggeri in arrivo dalla Cina. È fondamentale nel caso di un tampone positivo poi sequenziarlo e vedere quali sono le varianti presenti. Noi siamo molto tranquilli, speriamo che le varianti siano già presenti sul territorio nazionale. Questo sarebbe un dato molto confortante. Se quelle diffuse in Cina sono varianti come quella più diffusa oggi, che è Omicron, già presenti sul territorio nazionale, e su cui i vaccini utilizzati danno un’ottima copertura per evitare una malattia grave e le ospedalizzazioni, saremo tranquillissimo. È la cosa che ci interessa di più. Questo aumento di incidenza in Cina è stato legato al fatto che dopo un lungo periodo di lockdown c’è stata un’improvviso allentamento delle misure. Oltretutto i vaccini cinesi evidentemente sono stati poco efficaci, quindi pensiamo che ci sia un grande numero di contagi in Cina. I dati delle autorità cinesi oggi non sono pubblicati, quindi per maggiore sicurezza siamo i primi in Europa e faremo questo tipo di attività”, rimarca.

Abbiamo mandato una lettera al commissario europeo alla salute – sottolinea– per far presente che abbiamo preso questo provvedimento e che sarebbe molto utile avere un raccordo a livello europeo e avere simili iniziative su tutto il territorio europeo perché se ci sono dei voli diretti che arrivano dalla Cina, altrettanti passeggeri cinesi arrivano in Italia facendo scalo nei paesi Schengen, quindi è ovvio e importante coinvolgere i restanti paesi europei nell’iniziativa“, conclude Schillaci

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