Sotto l’albero di Natale il Verbano Cusio Ossola non troverà, anche quest’anno, il suo nuovo ospedale, necessario a migliorare la qualità della sanità nella nostra sperduta provincia. Un altro anno buttato via dall’ennesima giunta regionale che per annunci a vuoto va a braccetto con quelle passate, dai tempi di Ghigo in poi, sino a Cirio.
Un solo risultato ha ottenuto l’azione della Regione: dividere ancor di più una provincia già spaccata sin dalla nascita. Divisi i sindaci, che esprimono pareri e opinioni diverse, divisa la popolazione che partecipa in minima parte alle varie raccolte firme. Così continuiamo ad avere una sanità inadatta alle esigenze di una popolazione di 160mila abitanti, che si moltiplica d’estate quando arrivano i turisti.
Le porte girevoli della politica non smettono mai di ruotare e le promesse variano come il meteo. In fondo basterebbe parlare con chi in questi ultimi anni è dovuto ricorrere a cure in ospedale, negli ambulatori. Credo che un sondaggio ci direbbe che l’insoddisfazione è alta. Ma sarebbe bastato ascoltare il parere dei medici e degli operatori sanitari che da anni chiedono una sola struttura moderna per il Vco. Invece inseguiamo le rivisitazioni dei progetti, i cambiamenti di programmi, le solite promesse. Con i nostri preparatissimi esperti della politica che ci dicono cos’è meglio fare. Insomma, come dare in mano l’aereo sul quale viaggiate ad un passeggero.
Infine, affermare come fa il presidente della Regione, Alberto Cirio, che le 3500 firme raccolte per mantenere i due ospedali “sono un segnale importante” è non conoscere la matematica. Sarebbe bastata una semplice proporzione a Cirio per capire che, pur rispettabili e legittime, le 3500 firma sono il 2,18 per cento della popolazione del Vco.