Ordinando su Amazon alcuni regali di Natale m’è venuta la nostalgia per il catalogo della Postalmarket.
Con l’avvicinarsi del Natale, quando andavo a trovare mia nonna, cercavo subito lo spesso librone che lei teneva a portata di mano, aprendolo dal fondo, dove c’era la sezione giocattoli.
E fantasticavo.
Sembrava non ci fosse più. L’ultimo numero, primavera – estate 2001 aveva in copertina Valeria Marini, un presagio.
Invece, guarda un po’, Postalmarket è vivo: lo scorso anno è resuscitato con Diletta Leotta in copertina!
In edicola costa 9,90 €, l’ultimo numero uscito in ottobre, sul web c’è un sito dal quale si può ordinare, più o meno quel che si vuole.
Il modello di vendita per corrispondenza arrivò in Italia nel 1959 e si distinse subito per efficienza, qualità e affidabilità. Seguirono Vestro e Euronova, quest’ultimo ancora attivo, con il suo piccolo opuscolo “Gli Introvabili” che ho provato a sfogliare, scoprendo quante cavolate si possano concepire e vendere. Postalmarket era comunque un’altra cosa, aveva altro charme.
Basti pensare che posarono per copertina e foto con pigiamino o topless, nomi come le gemelle Kessler, Giorgio Gaber e Ombretta Colli (1970), Ornella Muti, Romina Power, Isabella Ferrari, Carla Bruni e tante altre attrici, cantanti e donne di spettacolo famose.
Dopo un periodo di crisi negli anni ’80 l’azienda si riprese e arrivò ad avere qualcosa come 14.000 dipendenti, mica da ridere.
Poi fallì, privandoci del piacere di sfogliare, pensare all’acquisto giorni e giorni, riguardare ancora bene quel maglione a dolce vita, per compilare infine il modulo e aspettare il postino.
Un meccanismo che aumentava l’attesa, per noi bambini esasperante:
“Nonna! Quando arrivano le costruzioni?”
“Arrivano, arrivano, un po’ di pazienza. Vuoi avere sempre tutto e subito tu!”
Che fosse un modo per imparare ad ‘aspettare’?