- 6 Febbraio 2023 08:25
Se il digiuno di Cospito fosse vero (ossia integrale) si tratterebbe di un caso clinico unico al mondo. Ecco perché e cosa non si dice. La lettera del medico Stefano Biasoli, primario nefrologo in pensione
Caro direttore,
adesso non se ne può più.
Giornaloni, giornalini, TV, mezzi informatici di ogni sorta e diffusione continuano a parlare del digiuno di Cospito.
Un anarchico mai pentito di ciò che ha fatto, che ha cercato (per la seconda volta, dopo il 1991) di cambiare il suo destino carcerario con uno sciopero della fame, iniziato (a quanto dicono le cronache) dall’ottobre 2022.
Ad oggi, oltre 122 giorni di sciopero della fame. Ma, quale sciopero: vero o fasullo?
Se fosse vero (ossia integrale) si tratterebbe di un caso clinico unico al mondo. Nessun essere umano (anche se obeso in partenza) può sopravvivere, dopo poche settimane di digiuno integrale.
Evidentemente, qualcuno ha consigliato a questo tizio una dieta idro-elettrolitica-calorica bilanciata, che gli ha fatto perdere 20-30 chili di peso (era ingrassato in precedenza) ma che non ne ha compromesso gli aspetti clinici (biochimici, funzionali, nutrizionali) essenziali per la vita.
Questo va detto e ribadito. Se mi chiamassi Schillaci, chiederei ai medici, che lavorano nelle carceri frequentate da Cospito, il dossier clinico integrale e lo farei visitare da un team di medici esperti, per una valutazione chiara dello stato di salute, da ottobre a oggi.
Questo farei, ma io sono solo un vecchio medico nefrologo, che ha dedicato la sua vita professionale a pazienti veri, ben più problematici di costui!
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