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Iveco-Oto Melara, perché serve il polo industriale terrestre secondo l'Esercito

Dal rinnovamento dei mezzi dell’esercito alla necessità di una legge terrestre (sul modello di quella navale varata per la Marina) fino alla creazione di un polo industriale terrestre con Iveco-Oto Melara. Cosa è emerso dall’audizione del capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino, alla Commissione Difesa della Camera

Progettualità, risorse finanziarie, capacità ingegneristica tecnologica e produttiva di una valida industria della Difesa a supporto dell’Esercito.

È quanto ha auspicato il capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, generale Pietro Serino, in audizione alla Commissione Difesa della Camera lo scorso 21 febbraio.

“Già prima del mio mandato è stato intrapreso un quanto mai necessario processo di ammodernamento, la cui priorità verte principalmente sul rinnovo della componente corazzata, sull’adeguamento della protezione delle Forze alle diversificate minacce presenti sui campi di battaglia odierni, provenienti soprattutto dalla terza dimensione, e sulle capacità di ingaggiare obiettivi a lunga distanza, così come la componente elicotteristica” ha illustrato il generale Serino.

“Nel tempo, per scelte operative di contingenza, la Forza armata ha accumulato un grave ritardo capacitivo che, per essere colmato, richiederà negli anni a venire risorse pari al doppio di quelle che normalmente avverrebbe in un modello equilibrato nel quale la componente terrestre assorbe circa il 25 per cento, o giù di lì, delle esigenze complessive dello strumento” ha sottolineato ancora il generale Serino.

Tutti i dettagli dell’audizione del capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano alla Camera.

NECESSARIO L’AMMODERNAMENTO DEI CARRI

“Per ciò che attiene alle forze pesanti nelle loro diverse componenti, queste rappresentano un tassello fondamentale per la condotta di operazioni convenzionali” ha spiegato il generale Serino. “L’ultima progettualità in tale campo […] risale agli anni Ottanta, e portò all’acquisizione di veicoli per la fanteria Dardo della sola versione di base, a fronte delle cinque varianti previste, e di 200 carri da combattimento Ariete. Entrambi i mezzi, proprio per le situazioni mutate, nel tempo non sono stati mai oggetto né di programmi di ammodernamento né di programmi di soluzione dell’obsolescenza logistica” ha puntualizzato il numero uno dell’Esercito.

L’ESERCITO HA AVVIATO AGGIORNAMENTO DELL’ARIETE

Nel 2019 l’Esercito ha avviato infatti “un programma per aggiornare una prima quota di carri Ariete, nei settori della mobilità e ingaggio, comando e controllo. Il programma, che ha ricevuto il parere positivo delle Camere nella scorsa legislatura, è pronto a essere messo in esecuzione” ha comunicato il generale Serino.

NECESSARIO AVVIARE PROGRAMMA PER POST-DARDO

Per quanto riguarda invece la grande famiglia della fanteria,”oggi rappresentata dal veicolo blindato Dardo, appurata la non fattibilità di un programma di ammodernamento dello stesso perché non costo-efficace, e peraltro disponibili in numero largamente insufficiente alla necessità che si attesta su circa mille veicoli nelle diverse versioni specializzate, la bilancia pende per l’avvio di un programma di sviluppo e di acquisizione ex novo in grado di accompagnare l’Esercito per quarant’anni da oggi” ha spiegato in audizione il capo di SME.

NECESSARIA LEGGE TERRESTRE (COME FU PER LA NAVALE)

“È un programma che, per dimensioni e caratteristiche, deve vedere l’industria nazionale protagonista e favorirne anche il rilancio in ambito europeo” ha sottolineato il generale Serino aggiungendo che “fatta salva la forma di finanziamento, che ad oggi si basa su fondi pluriennali della Difesa, si tratta di una vera e propria legge cantieristica terrestre sul modello della nota legge navale”.  Ovvero la legge navale del 2015 varata per la Marina.

“Questa iniziativa consentirebbe anche l’avvio di cooperazioni industriali interessanti, anche in un’ottica del futuro veicolo” ha precisato il capo di SME.

LEOPARD 2, CV 90 O LYNX?

In particolare, in occasione dell’audizione, il generale Serino ha fatto sapere che l’Esercito ha individuato i due mezzi “dal punto di vista tecnico-militare” e “la scelta è all’esame del vertice del Dicastero”. Ma il capo di Stato maggiore dell’Esercito non ha specificato di quali mezzi si tratta.

Secondo indiscrezioni di stampa, la forza armata intenderebbe acquistare i carri tedeschi Leopard 2 e gli svedesi CV90 per sostituire i vecchi Dardo. Nello specifico, Defense News ha riportato che l’Esercito starebbe valutando l’approvvigionamento di 125 tra carri e veicolo da combattimento per la fanteria. Ma non va dimenticato che nel gennaio 2021 la tedesca Rheinmetall ha proposto il nuovo veicolo cingolato da combattimento Lynx. Non solo. Rheinmetall ha abbinato alla sua offerta la possibilità di coinvolgere l’intero comparto industriale con la creazione di un polo di eccellenza italiano attraverso il consolidamento del settore terrestre nazionale.

CREAZIONE POLO INDUSTRIALE TERRESTRE INTORNO AL CONSORZIO IVECO-OTO MELARA

E sulla necessità di creare un polo industriale terrestre intorno al consorzio Iveco-Oto Melara (Cio), capofila dell’industria nazionale negli armamenti terrestri, controllato da Cnh Industrial e Leonardo ne ha parlato anche il generale Serino.

È “necessario promuovere, nell’ambito del sistema difesa, la creazione di un polo industriale terrestre che, grazie alla collaborazione sinergica tra grandi imprese del settore e la filiera ramificata di piccole e medie imprese ad elevato contenuto tecnologico, possa garantire il soddisfacimento delle esigenze di innovazione dell’Esercito. Il non più rinviabile rinnovamento della Forza armata, in particolare la progettualità legata alla componente corazzata, costituisce un’opportunità forse irripetibile per dare corpo e sostanza al suddetto polo, che attualmente potrebbe incentrarsi sul consorzio Iveco-Oto Melara attraverso un rafforzamento industriale dello stesso” ha osservato il capo di Stato maggiore dell’Esercito.

Il tema è legato a doppio filo alla cessione di Oto Melara e Wass, le due controllate armamenti terrestri e navali messe in vendita da Leonardo nel 2021, rimasta in stand-by. Prima dell’estate scorsa sempre Rheinmetall si era fatta avanti con una proposta a Leonardo per rilevare una quota di minoranza di Oto. Nel frattempo è cambiato l’esecutivo e ora è in scadenza il CdA della società Leonardo, partecipata dal Mef, quindi si dovrà attendere ancora per sapere il futuro della business unit della divisione Sistemi di Difesa dell’azienda.

ANCHE L’ESERCITO INVOCA STABILITÀ INVESTIMENTI

Infine, riguardo i processi di ammodernamento e rinnovamento, il generale Serino ha puntato l’accento sulla necessità “di risorse adeguate in conto capitale e ancora più certezza, profondità e stabilità degli stanziamenti. Tale richiesta è ancora più pressante per l’attuale momento storico, che ha determinato una vera e propria accelerazione al rinnovamento degli eserciti in tutta Europa”

“Sostengo quindi con forza tutte le iniziative (so che ne ha parlato anche il signor Ministro della difesa) per giungere a un maxi fondo che sommi almeno tre delle attuali annualità, associate anche a norme di semplificazione amministrativa e contabile. Ne beneficerebbero non solo le Forze armate, ma l’intero sistema Paese; e per certi versi anche l’Unione europea, alla ricerca di un’autonomia strategica nel campo della sicurezza e difesa e di una migliore efficacia del proprio sistema produttivo” ha concluso il capo di Stato maggiore dell’Esercito.

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