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L'acqua sta cambiando colore nei fiumi più incontaminati d'America – Impronta Unika

Dozzine di ruscelli e fiumi dell’Alaska, stanno attirando l’attenzione di scienziati, geologi ed esperti di clima e natura. A partire dal 2020 si è infatti iniziato a registrare un fenomeno particolare, che sta destando curiosità, ma anche e soprattutto preoccupazione, nella comunità scientifica.Molti corsi d’acqua stanno infatti assumendo una colorazione tra l’arancione e il marrone.

Si tratta di fiumi caratterizzati fino a qualche tempo fa da acque cristalline e potabili. A cambiare, in alcuni casi, è anche il PH dell’acqua, che sta diventando più acido.

La maggior parte dei corsi d’acqua descritti come “arrugginiti” dagli scienziati si trova tra l’Arctic National Wildlife Refuge, il Gates of the Arctic National Park and Preserve e il Kobuk Valley National Park, in una delle aree in assoluto più remote di tutta l’Alaska.

Cosa hanno rivelato gli scienziati

L’ipotesi prevalente è che il riscaldamento climatico stia causando il degrado del permafrost sottostante. Questo rilascia sedimenti ricchi di ferro e quando i sedimenti entrano in contatto con l’acqua corrente e l’aria, si ossidano e assumono un colore arancione ruggine intenso. L’ossidazione dei minerali nel terreno può anche rendere l’acqua più acida. Il gruppo di ricerca è ancora all’inizio del processo di identificazione della causa per spiegare meglio le conseguenze. 

Gli scienziati sono allarmati da questi cambiamenti perché non sono in grado di prevedere quali effetti a catena potrebbero innescare. Questi corsi di acqua – solitamente potabile – contribuiscono infatti ad alimentare flora e fauna locale, le conseguenze potrebbero essere drammatiche.

Diverse comunità potrebbero infatti trovarsi a breve senza la principale fonte di acqua potabile.

I ricercatori che stanno studiando il fenomeno più da vicino ritengono che per ora non sia possibile affermare con assoluta certezza che si tratti di un evento del tutto anomalo e causato al 100% dal riscaldamento globale.

Altre attività umane, come l’estrazione di risorse o lo sviluppo delle infrastrutture potrebbero infatti aver contribuito in maniera determinante. Nell’immediato futuro sarà importante approfondire le ricerche per determinare con precisione quali sono i fattori principali alla base di questo fenomeno ancora non del tutto decifrabile per la scienza.

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