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Mandato di cattura contro Vladimir Putin, così si allontanano i negoziati – Il Riformista

La pace è sempre più lontana

Redazione — 18 Marzo 2023

Mandato di cattura contro Vladimir Putin, così si allontanano i negoziati

La pace si allontana, si allontana, si allontana. Difficile pensare che la voglia Putin, il quale continua a bombardare l’Ucraina. Difficile pensare che la voglia l’occidente, che continua a prendere iniziative diplomatiche che sembrano immaginate apposta per sbarrare ogni possibilità di negoziato. Ieri è stata la volta dell’offensiva anti-pace dell’Occidente. Con due iniziative. La prima del tribunale penale internazionale dell’Aia, la seconda della casa Bianca. Il tribunale dell’Aia ha spiccato un mandato di cattura contro Vladimir Putin. Lo accusa di crimini di guerra per aver permesso la deportazione in Russia di molte migliaia di bambini.

L’ ordine di arresto del presidente della seconda potenza mondiale è stato firmato da tre giudici: uno italiano (Rosario Itala), uno costaricense e l’altro giapponese. Naturalmente è chiaro che il mandato di cattura è ineseguibile. Sono gli stessi giudici a dirlo. E se un mandato di cattura è ineseguibile, perché viene spiccato? Per ragioni politiche. Diciamo pure di propaganda. Che è una attività assolutamente legittima – anche se forse la propaganda non è compito della magistratura – ma che in alcune occasioni può avere effetti collaterali drammatici.

In questo caso l’effetto collaterale è quello di far fare un passo indietro a ogni negoziato. È complicato immaginare che possa sedersi al tavolo dei negoziati un signore colpito da un mandato di cattura. Le autorità russe hanno reagito alla notizia del mandato di cattura definendo carta igienica il documento del Tribunale dell’Aia.

Come capite anche dal linguaggio non è che si sia creato proprio un clima nel quale gli animi si distendono. Del resto la notizia dell’avvio della caccia a Putin era stato preceduto da un’altra notizia inquietante. Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby, ieri mattina ha rilasciato una dichiarazione molto esplicita sull’Ucraina: “Gli Stati Uniti non sostengono il cessate il fuoco, perché pensano che in questo momento il cessate il fuoco aiuterebbe solo Mosca”.

Con queste parole Washington ha liquidato le iniziative di pace cinesi, e ha confermato l’ipotesi, avanzata nei giorni scorsi da diversi giornali, secondo la quale gli Stati Uniti si preparano a sostenere, a maggio, una straordinaria offensiva militare che porti alla sconfitta di Mosca. Le cose stanno così. Il realismo porta a dire che la guerra continua, continuerà a lungo, forse per molti anni, e con lei le stragi e le distruzioni. Chi prova a parlare di pace, predica al vento.

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