processione sant'eldrado novalesa

Posted By: redazione 11 Marzo 2023

PIMMPOMAGNLO I DI CARMPI EMPOI TNOVALESA – Novalesa: domenica 12 marzo la processione delle reliquie di Sant’Eldrado.

Domenica 12 marzo alle 10,15, partendo dalla chiesa parrocchiale del paese fino all’Abbazia la processione con l’urna contenente le reliquie di Sant’Eldrado di Novalesa. Per la popolazione della Val Cenischia e delle vicine valli la festa di Sant’Eldrado è una delle ricorrenze più sentite. Si tramanda e si celebra senza soluzione di continuità da oltre 1000 anni, tra fede e tradizioni. Sant’Eldrado era provenzale di origine e di famiglia nobile. Fu abate dell’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa nella prima metà del IX secolo, l’apogeo della storia novaliciense. Di lui si sa che nacque nella antica Provincia Narbonensis, in una non meglio precisata località bagnata dal “Dederadus flumen”, l’odierna Durance.

Non se ne conosce la data di nascita e poche sono le notizie giunte sino a noi sul periodo che precedette il suo arrivo a Novalesa. Le fonti storiografiche gli attribuiscono le virtù dell’austerità e la magnanimità verso i poveri, ai quali distribuì gran parte delle cospicue ricchezze ricevute in eredità. Si narra che nel suo paese natale fece innalzare una chiesa dedicata a San Pietro e fece costruire alcune abitazioni e giardini per i pellegrini. Andò lui stesso in pellegrinaggio attraverso la Gallia, la Provenza, l’Aquitania e la Spagna, alla ricerca di una regola monacale, che trovò infine a Novalesa, ove soggiornò come semplice monaco per sette anni.

AI TEMPI DI CARLO MAGNO

Dopo la morte dell’abate Ugo, che taluni indicano come figlio di Carlo Magno, divenne egli stesso abate, conservando la carica fino alla morte. Ebbe rapporti con i sovrani franchi, riuscendo a mantenere una posizione di forza nei confronti del potere temporale. Ottenne che il re e imperatore carolingio Lotario, con un diploma del 14 febbraio 825, concedesse all’Abbazia di Novalesa il monastero di Pagno, nel Saluzzese, come ricompensa dei beni che le erano stati sottratti da Ludovico il Pio in occasione della fondazione dell’ospizio di Santa Maria sul colle del Moncenisio.

Eldrado morì il 13 marzo, verosimilmente del 840. Gli si attribuirono numerosi miracoli, in vita e post mortem, come ad esempio la liberazione della valle di Briançon dai serpenti che l’avevano infestata, in particolare nel villaggio oggi noto come Monêtier-les-Bains. Alla sua intercessione si attribuisce il salvataggio da un naufragio di un gruppo di crociati che, travolti da un fortunale mentre tornavano dalla Terra Santa, avevano invocato l’aiuto suo e di San Nicola da Bari. La cappella a lui dedicata nel complesso abbaziale novalicense risale, per la parte più antica, alla fine del IX secolo o all’inizio del X, mentre la parte più recente risale all’inizio dell’XI secolo. I suggestivi affreschi della seconda metà dell’XI secolo illustrano scene della vita del santo: Eldrado nel “locus Ambillis” mentre coltiva le terre di famiglia; il futuro Santo in veste di pellegrino con bastone e bisaccia, accolto da un sacerdos.

A NOVALESA

Eldrado che giunge al monastero di Novalesa; Eldrado che si china per indossare l’abito monacale offertogli dall’abate Amblulfo. Il miracolo dei serpenti; la sua morte, attorniato da due fratres contristati. La fama di Eldrado è anche legata all’attività culturale da lui promossa durante gli anni in cui resse l’abbazia. Nel Chronicon Novaliciense si fa riferimento a quell’attività, che potrebbe riferirsi ad un incremento del patrimonio librario dell’Abbazia. Sempre nel Chronicon si legge che ad Eldrado furono attribuiti il bastone episcopale e le insegne proprie dei vescovi, per il suo zelo nella difesa dell’ortodossia. Dopo la sua morte il corpo fu deposto “infra techam dignissimam”, la “cassa di Sant’Eldrado” in argento sbalzato a forma di sarcofago, conservata nella chiesa parrocchiale di Novalesa e portata in processione nel giorno della festa a lui dedicata. Il culto di Sant’Eldrado è sentito soprattutto nei luoghi in cui vennero segnalati i miracoli a lui attribuiti: a Novalesa e in tutta la Val Cenischia, nella zona del colle del Moncenisio, a Bardonecchia, a Torino, ad Asti e in Francia.

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