Sono molto promettenti i primi risultati del progetto 3Tx3N, il lavoro sui tumori al seno tripli negativi che i laboratori della Fondazione Tempia stanno conducendo da anni, per migliorare i metodi di diagnosi e le terapie di una forma particolarmente aggressiva tra i carcinomi alla mammella.
Gli esiti della prima fase della ricerca sono stati pubblicati il 20 dicembre dalla rivista scientifica internazionale “Human genomics” del gruppo BioMed Central: lo studio ha permesso di identificare un minimo numero di geni ben determinati che permetterebbero di riconoscere i sei sottotipi di tumore triplo negativo e che hanno il potenziale per diventare marcatori diagnostici, la cui individuazione orienterebbe precocemente i medici sulle cure da seguire, ma anche per essere bersaglio delle terapie.
«Con questo risultato – spiega Giovanna Chiorino, direttore del laboratorio di genomica – siamo pronti per il secondo step. Intendiamo creare un pannello di geni da usare in clinica per classificare i tripli negativi e disegnare studi clinici che tengano conto dei sottogruppi specifici di questo tipo di cancro».
La ricerca è in corso da anni e nasce da una particolare urgenza: se la sopravvivenza a cinque anni delle pazienti di cancro della mammella in Italia è dell’88%, risultato reso possibile anche dalle campagne di prevenzione e diagnosi precoce, per i tripli negativi cala all’11%, a indicare quanto siano più aggressivi e pericolosi.
Riconoscere al più presto di quale sottogruppo si tratta e studiare cure efficaci sono le necessità della comunità medico-scientifica a cui il lavoro nato a Biella si propone di rispondere. Un grande numero di dati è stato ottenuto sia da campioni precedentemente analizzati e messi a disposizione della comunità scientifica internazionale sia da pazienti dell’ospedale di Biella e del Policlinico Gemelli di Roma.
Lo studio ha consentito di identificare i geni che permettono di riconoscere i sei sottotipi di tumori tripli negativi, il 15% sul totale dei tumori della mammella, con un’accuratezza del 90%.
Al progetto 3Tx3N, che ha un’anima biellese e al femminile, hanno lavorato i laboratori della Fondazione Tempia: quello di genomica con Giovanna Chiorino, Ilaria Gregnanin, Maurizia Mello Grand e Paola Ostano, quello di oncologia molecolare con Maria Scatolini e Sara Laurora, la struttura di ricerca clinica con Francesca Crivelli (i “3T” dell’acronimo sono i tre team della Fondazione) e c’è anche la collaborazione internazionale con Laila Akhouayri, dottoranda in co-tutela tra le università di Casablanca e di Torino, che ha svolto il periodo di studio italiano a Biella sotto la supervisione di Giovanna Chiorino.
Sono biellesi anche Francesco Leone, responsabile di oncologia dell’Asl, e Daniele Liscia, già direttore di Anatomia patologica, struttura per cui lavora anche Cecilia Grosso «che ci ha aiutati – sottolinea Giovanna Chiorino – a selezionare i campioni dall’archivio e ci ha fornito i dati istologici».
Per il Policlinico Gemelli hanno firmato la ricerca Angela Santoro, Antonino Mulè, Donatella Guarino, Claudia Maggiore, Angela Carlino, Stefano Magno, Alba Di Leone e Riccardo Masetti.
«È doveroso – aggiunge Chiorino – anche il ringraziamento per chi ha contribuito a finanziare questo lavoro: le due rallyste, madre e figlia, Patrizia Perosino e Veronica Verzoletto che da anni corrono come testimonial della ricerca sul tumore al seno, ItaliaCamp attraverso il More Than Pink Award, la Sella Sgr attraverso l’iniziativa “Investimenti sostenibili”, il Lions club di Santhià e i Rotary club di Torino e Biella».
c.s.