- 11 Marzo 2023 08:30
Liquidazione della Silicon Valley Bank: i motivi del fallimento, l’intervento delle autorità americane e la lezione per l’Europa. Il commento di Teodoro Dalaveracuras
Se proprio si vuole trovare qualcosa di intrigante nella fulminea liquidazione della sedicesima banca americana (in Italia, con circa 175 miliardi di dollari di depositi, sarebbe terza dopo Banca Intesa Sanpaolo e Unicredit), bisognerebbe aggrapparsi alla notizia – riferita da Reuters – che alcuni clienti della Silicon Valley Bank (Svb) avrebbero ritirato i loro depositi questa settimana su consiglio del Future Fund di Peter Thiel, un peso massimo della Silicon Valley con una lunga storia di altalenanti rapporti d’affari con Elon Musk.
Ma non ne vale la pena: quando mercoledì la Svb ha dovuto annunciare una minusvalenza di circa 2 miliardi di dollari sulla vendita di titoli del Tesoro americano, con conseguente necessità di raccoglierne altrettanti con un aumento di capitale, è risultato chiaro a tutti che la banca aveva un disperato bisogno di liquidità, perché diversamente non avrebbe certo venduto in perdita T-bonds per un controvalore pari a un decimo dell’attivo di bilancio. Non c’era bisogno, insomma, del parere professionale di quella sorta di genio del male che alcuni vedono in Thiel, per precipitarsi a prelevare i propri soldi. Giovedì le azioni Svb hanno perso due terzi del loro valore e venerdì, a mercato aperto, la Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) ha rilevato, in qualità di Receiver, il complesso aziendale della Svb attraverso un veicolo ad hoc, la Deposit Insurance National Bank of Santa Clara (Dinb). Fine della storia.
Entro lunedì mattina – informa il comunicato ufficiale del Fdic – tutti i clienti della banca riavranno la disponibilità della parte assicurata (250 mila dollari) dei loro depositi, mentre sulle somme non coperte dall’assicurazione Fdic entro la prossima settimana riceveranno un acconto sul riparto finale e una certificazione per il residuo credito.
LA SILICON VALLEY BANK È LA PRIMA VITTIMA DEL RIALZO DEI TASSI D’INTERESSE
Se alla Svb, prima vittima illustre del rialzo dei tassi d’interesse iniziato poco più di un anno fa in tutto il mondo ne seguiranno altre, e dove, si vedrà. Quel che non si vedrà, di sicuro, qui in Europa, è qualcosa di simile alla rapidità e alla essenzialità degli interventi del governo americano per regolare almeno i più pressanti aspetti pratici di queste calamità. Invece, di intrighi se ne troveranno a bizzeffe, senza bisogno di tirare in ballo gli oligarchi della Silicon Valley, come le storie del Crédit Lyonnais e del Banco Ambrosiano (per menzionarne solo due tra le principali) insegnano.
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