Il Piemonte, un tempo ricco di acque, negli ultimi 12 mesi è diventata la regione con i territori più aridi d’Italia. Ad evidenziarlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
Le condizioni del Po «restano drammatiche con portate, che rimangono largamente deficitarie a monte e che peggiorano man mano che ci si sposta verso il delta (praticamente dimezzate rispetto alla media del periodo): i valori sono ovunque inferiori all’anno scorso (a Torino- 46%). La situazione – rivela il report di ANBI – risulta maggiormente compromessa nei bacini idrografici sud-occidentali, dove i fiumi Maira e Pellice hanno portate intorno al 50% rispetto al già deficitario 2022, mentre la Bormida è al 42% dello scorso anno ed all’Orba manca quasi il 30% della portata».
«Nel breve periodo climatologico – commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – si ripete una tendenza, che continua a cogliere impreparato il territorio settentrionale del Paese: ci sono più risorse idriche al Centro- Sud Italia che al Nord. L’esempio arriva proprio dal Piemonte, dove oggi sono presenti solo 4 invasi mentre altri da anni aspettano scelte concrete e poi il ‘Piano Laghetti’ che ne prevede, a breve, altri 10, i cui progetti definitivi ed esecutivi sono solo in attesa di finanziamento: permetterebbero di trattenere oltre 25 milioni di metri cubi d’acqua, garantendo irrigazione a quasi 17.000 ettari di campagne». Per quanto riguarda i grandi laghi, il Maggiore ha un livello di circa mezzo metro inferiore rispetto alla media storica.
Ansa