RIVARA – Un pasto caldo sotto l’albero per chi ha più bisogno. Si tratta di una bella iniziativa che prende spunto dall’antica usanza partenopea del «caffè sospeso» e trasforma una tradizionale pratica di solidarietà e mutualismo in un aiuto concreto per famiglie e soggetti che, durante le feste di Natale, si trovano ad affrontare un momento di difficoltà. E’ il dono di un pasto completo fatto nei giorni scorsi da Carmen Elena Marin, titolare della gastronomia «A modo Mio» di Rivara.
Un pensiero solidale che profuma di buono e fa bene al cuore. «Nella speranza di donare un buon Natale, chiunque fosse in difficoltà potrà ritirare in negozio un pasto caldo» scrive Carmen sulla pagina Facebook della sua attività. La piccola gastronomia ha aperto solo tre anni fa, ma fin dalla sua apertura la titolare ha pensato a tutti coloro che si trovano in difficoltà: ogni giorno e a qualsiasi ora, chiunque abbia bisogno può passare a prendere del cibo dal suo negozio.
L’iniziativa ha il sapore della convivialità e della coesione sociale, ma è stata un po’ frenata da quel naturale pudore che rende difficile, a volte, superare la vergogna di dover chiedere aiuto. «Avevo preparato un bel po’ di cibo nella speranza che venissero molte persone: lasagne, arrosto, patate al forno, torta salata… – racconta Carmen Elena Marin – alla fine sono venuti i «soliti». C’era solo un signore che non era mai venuto prima, perché non si osava. Per fortuna l’ha portato con sé un’altra persona che viene abitualmente. Poi è tornato anche nei giorni successivi. Nonostante sperassi di poter aiutare di più, sono stata molto contenta».
Non è la prima iniziativa solidale per Carmen Elena Marin. Spesso infatti porta i suoi prodotti anche al comune di Salassa, in cui lei stessa risiede: «Conosco altre attività di Salassa che donano il cibo come faccio io. Spesso porto loro prodotti a lunga conservazione – conclude la commerciante – sono contenta di aiutare chi è in difficoltà, la mia è un’attività molto piccola quindi faccio sempre cose semplici, ma sono felice di quello che faccio». (B.S.)