Nel giorno dell’addio a Benedetto XVI, il Caffè Letterario di Bra si unisce al coro di infiniti grazie al Papa teologo per la coraggiosa testimonianza di fede e di amore, che lo ha caratterizzato fino al termine della vita.
Possiamo definirlo un dottore della Chiesa, perché c’è una ricchezza del suo insegnamento che tocca diversi ambiti del dogma, della fede e della vita dei credenti. Una persona che difficilmente può essere messa dentro degli schemi, dentro caselle strette, come molti avevano pensato di fare al momento della sua elezione, il 19 aprile 2005.
Leggere per credere il libro intervista del giornalista tedesco Peter Seewald con il Papa emerito che tocca le tappe più importanti della sua vita: dall’infanzia sotto il regime nazista, la scoperta della vocazione, gli anni difficili della guerra, poi il servizio in Vaticano e il forte legame con San Giovanni Paolo II, fino all’elezione al soglio pontificio e alla storica rinuncia al Pontificato.
Non solo. Benedetto XVI parla anche del suo successore, della capacità di Francesco di mettere in pratica azioni di carattere organizzativo. Due Papi in perfetta fraternità e comunione, ma anche complementari al servizio della Chiesa. S Benedetto XVI: «L’elezione di un cardinale latino-americano significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta, con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi».
È l’invito a non attardarsi in dinamiche di piccole contraddizioni intra-ecclesiali, di progressisti e conservatori. Spiega ancora Benedetto XVI: «Ciò che è bello e incoraggiante è che proprio nella nostra epoca accadono cose che nessuno si aspettava e mostrano che la Chiesa è viva e trabocca di nuove possibilità».
E l’Europa? Nel suo pontificato Benedetto XVI ha proposto con insistenza l’ideale di un nuovo umanesimo basato sul dialogo tra le religioni, sulla collaborazione a partire da una laicità sana e rispettosa, sull’amore per il Creato, sulla via della bellezza che viene da Dio e a Lui riconduce. E l’arrivo di nuove forze provenienti da altri Paesi e continenti può ben essere lo stimolo che può dare nuova linfa anche al Vecchio Continente.
In conclusione, la storia del pontificato di Ratzinger è la storia di un uomo che ha sempre mantenuto quella ferma dolcezza di chi è consapevole di aver ricevuto da Cristo l’incarico di confermare i fratelli nella fede.
Un Papa dalla forma del cuore, tanto da congedarsi da questo mondo con una dichiarazione d’amore. «Signore, ti amo»: sono state queste le sue ultime parole pronunciate, in italiano, prima di spegnersi, nella notte del 31 dicembre 2022.
Papa Francesco nella sua recente intervista al quotidiano spagnolo Abc ha dichiarato di apprezzare la grande lucidità di Joseph Ratzinger: «È un grande uomo, un santo. È un uomo di alta vita spirituale».
Possiamo ben credergli. Tutti siamo debitori verso Benedetto XVI, tutti gli dobbiamo amore e riconoscenza per il suo servizio alla verità, per il suo amore a Cristo e alla Chiesa.