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UIB. Indagine congiunturale secondo trimestre 2023, Paolo Barberis Canonico: “Previsioni in miglioramento su tutti i fronti” – BI.T Quotidiano | Notizie dal Biellese

L’indagine congiunturale realizzata da Unione Industriale Biellese rispetto alle previsioni degli imprenditori sul secondo trimestre 2023 indica un generale miglioramento. Ecco il saldo fra pessimisti e ottimisti dei principali indicatori sulle previsioni degli imprenditori biellesi dell’industria manifatturiera e del terziario per il secondo trimestre 2023:

  • occupazione: 13.7 % (era 7.2% lo scorso trimestre),
  • produzione totale: 12.2% (era -5.8% lo scorso trimestre)
  • ordini:  8.6% (era a -13%, lo scorso trimestre)
  • redditività: -2.2% (in netto miglioramento rispetto allo scorso trimestre in cui era -17,4%).

A commentare l’indagine è Paolo Barberis Canonico, vice presidente Uib con delega all’Economia di Impresa, Sviluppo delle Filiere e Sostenibilità: «Pur restando al di sotto della media regionale, le previsioni degli imprenditori rispetto al secondo trimestre dell’anno sono in miglioramento su tutti i fronti: migliorano produzione, occupazione e ordini, che tornano in area positiva. Restano ancora di segno meno le aspettative rispetto alla redditività, anche se sono migliorate notevolmente rispetto alle ultime rilevazioni. I margini, infatti, continuano ad essere erosi dall’elevata incidenza dei costi delle materie prime, dall’inflazione, dalle variabili legate agli scenari internazionali. In questa congiuntura molto complessa è evidente il ruolo centrale delle imprese che hanno saputo essere un punto fermo. Ora più che mai, in un momento di ripresa degli ordini, è importante supportare le imprese attraverso azioni mirate e rapide, dalla concretizzazione delle risorse rese disponibili con il Pnrr all’accesso al credito, dal supporto agli investimenti fino alla riduzione del cuneo fiscale».

L’indagine regionale

L’indagine congiunturale, realizzata a marzo da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccoglie le valutazioni di quasi 1.100 imprese manifatturiere e dei servizi. A dicembre avevamo parlato di un clima di attesa, improntato alla cautela piuttosto che al pessimismo. A marzo, gli indicatori registrano un sensibile miglioramento del clima di fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero. Per quanto riguarda ordini e produzione, il saldo previsioni di aumento e riduzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre, attestandosi su valori tipici delle fasi di espansione. Nella manifattura il tasso di utilizzo degli impianti scende al 7.8%, vicino ai minimi storici. Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende. Un quarto delle imprese ha un portafoglio ordini di oltre 6 mesi, in aumento rispetto ai mesi scorsi. Restano buone le condizioni di pagamento (ritardi negli incassi e tempi medi di pagamento). Sembra interrompersi il trend negativo della redditività; si attenuano le tensioni sui prezzi delle materie prime.

A livello settoriale, le valutazioni delle imprese manifatturiere, a dicembre decisamente prudenti, si allineano a quelle delle imprese dei servizi. Il valore degli indicatori è praticamente identico. In particolare, nel manifatturiero le prospettive si rafforzano in quasi tutti i settori. I comparti manifatturieri che esprimono le valutazioni più favorevoli sul prossimo trimestre sono industrie varie (gioielleria, eccetera), chimica, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi, in tutti i comparti i saldi perdono qualche punto rispetto a dicembre ma si mantengono ben al di sopra del punto di equilibrio. Resta ampia la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro. Il saldo crescita-riduzione riferito ai livelli produttivi è rispettivamente di 21% e 13%.

I dati nel dettaglio

Per il secondo trimestre del 2023, le attese sulla produzione delle oltre 1.100 imprese piemontesi migliorano sensibilmente rispetto a quelle del primo trimestre: il 25.4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9.8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +15.6% (era +4% a settembre).

Il 21.1% delle rispondenti prevede un aumento dell’occupazione, contro il 4.5% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +16.6% (era 9.9% la scorsa rilevazione). Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14.9% e un aumento di 13.5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione.

Tornano a crescere le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +3%, probabilmente grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e di conseguenza della logistica. Buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 28.4% delle rispondenti (era il 27 a dicembre). Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il 6.1% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21.4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13.2%).

Si assestano gli aumenti dei prezzi, rispetto al 2022: il 31.9% delle aziende del campione prevede aumenti nei prezzi delle commodity nei prossimi tre mesi (la percentuale registrata a dicembre era del 56.1%). Il 22.4% si aspetta ulteriori ancora aumenti energetici (era il 66.6%), mentre il 30.3% teme la salita dei costi di logistica e trasporti (era il 61.2%).

I dati territoriali

A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30.2%; +22.8%; +18.9% e +18.3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13.6%, +12.5%, +12.2% e 11.5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1.1%, comunque in miglioramento rispetto al -9.6% della scorsa rilevazione.

Nel manifatturiero, si registra un marcato miglioramento delle attese, rispetto a dicembre, con saldi che passano dal -1.9% a +15.5% per la produzione. I saldi ottimisti-pessimisti per ordinativi e occupazione sono pari a +12.6% e -14.9% (erano -4.5% e +7.7% a dicembre). Il saldo dell’export torna positivo (+4.9%, da -2.3%). Bene gli investimenti, che interessano il 29.5% delle aziende, in salita rispetto al 28.3% di dicembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%), mentre scende ancora il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 7.8% delle imprese.

A livello settoriale, le attese della metalmeccanica (+15.7% il saldo ottimisti-pessimisti) migliorano sensibilmente rispetto al primo trimestre (+3.2%), con un ricorso alla CIG da parte del 7% delle aziende; gli investimenti del comparto interessano il 31.9% delle rispondenti. In particolare, si segnala la performance positiva del comparto automotive (+31%), industria elettrica ed elettronica (+19%) e macchinari e apparecchi (+15.3%).

Tra gli altri settori manifatturieri si segnala il buon andamento di edilizia e impiantisti (+33.3%), manifatture varie (+24.7%), chimica (+19%), alimentare (+13.5%), tessile (+12.3%). Più prudenti, ma positive, gomma-plastica (+8,9%) e legno (+6,7%).

Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a dicembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 15.8% (era 17.9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +20.5% (da +15.7%), quello sull’occupazione è pari +20.8% (era 15.1%). Gli investimenti crescono leggermente (25.7%), stabile il ricorso alla CIG (2%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85%). A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +27% per i servizi alle imprese, +20.9% per l’ICT, 14% per gli altri servizi, +12% per i trasporti. Più caute le attese per commercio e turismo (+4.4%) e utility (-5.6%).

c.s.

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