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Probabilmente tanti dei nostri lettori saranno al corrente della bufera che ha investito Balenciaga, una delle case di moda più importanti del mondo. Per chi non ne fosse informato, riportiamo quanto riferito da Sky, testo più sintetico di altri.
Campagne pubblicitarie particolari
“Tutto è cominciato con una pubblicità natalizia in cui alcuni bambini tenevano in mano orsacchiotti con particolari fetish, circondati da altri oggetti dell’immaginario bdsm [bondage ndr]”.
“Poi un’altra campagna, stavolta per la primavera 2023, in cui una borsa Hourglass per Adidas era appoggiata su documenti legali della Corte Suprema in cui veniva discusso se il bando della pornografia infantile violasse il Primo Emendamento. Si è poi scoperto che un libro sullo sfondo di una terza campagna celebrava un artista belga, Michael Borremans, autore nel 2017 di una serie di quadri che raffigurano bambini nudi”.
“La maison il 29 novembre si è scusata per la campagna choc, mentre per quella sulla primavera ’23 con i documenti della Corte Suprema ha spiegato che tutti gli oggetti sono stati forniti da parti terze e che sono tutti di natura fittizia”. I suoi dirigenti hanno anche denunciato l’azienda che ha creato la pubblicità su loro commissione.
Chi volesse approfondire lo scandalo, sul web si trovano foto e articoli più che scioccanti su quanto accaduto, alcuni forse troppo estremi, ma non tanto quanto le pubblicità con i bambini in questione.
Di scuse e coincidenze
Due punti critici della vicenda. Il primo è che i dirigenti di Balenciaga hanno aspettato un po’ troppo prima di scusarsi decisamente, cosa avvenuta solo dopo che le proteste si sono diffuse a livello globale, con le star di Hollywood adirate che bruciavano gli strapagati capi di Balenciaga e diffondevano i relativi video via web.
Il secondo è che appare davvero strano che i dirigenti della casa di moda siano rimasti all’oscuro di tutto. Possibile che nessuno di loro abbia visionato le campagne pubblicitarie di Natale e primavera, le più importanti della stagione? E dire che la pubblicità, nella moda, ha un ruolo decisivo Loro dicono di no, anzi hanno addirittura fatto causa ai pubblicitari. Resta un modo di lavorare alquanto anomalo, ma si fa a fidarsi…
Ma se riferiamo questo scandalo, che la scorsa settimana ha scosso il mondo è per aggiungere a quanto già noto un tocco di colore, che forse potrà destare qualche curiosità. Quando Zelensky, all’inizio della guerra, ha creato United24, una piattaforma per raccogliere fondi a beneficio dell’Ucraina, ha nominato il direttore artistico di Balenciaga, Demna Gvasalia, ambasciatore di United24 per i rifugiati, essendo anch’egli un rifugiato, esule dalla Georgia.
Una delle iniziative di Demna per United24 è stata la creazione, ad opera ovviamente di Balenciaga, di magliette a maniche lunghe con su lo stemma gialloblu della bandiera ucraina. Costano circa 250 dollari e il ricavato va a favore dei rifugiati. Chissà se lo scandalo ha avuto un riflesso sulle vendite.
Detto questo non si vuole accusare nulla e nessuno: Balenciaga ha denunciato i pubblicitari ed è da presumere che, nel corso dell’eventuale processo, emergeranno prove inconfutabili sul fatto che la casa di moda non era a conoscenza del contenuto della pubblicità.
Invece, per tornare su United24, di questa piattaforma ci siamo occupati in un’altra nota, nella quale dettagliavamo il ruolo avuto da FTX, il colosso delle criptovalute crollato di recente, cooptato dal governo di Kiev per creare un canale di aiuto all’Ucraina sotto forma di monete virtuali.
FTX non c’entra nulla con Balenciaga, ovviamente, solo desta una certa curiosità come la sfortuna sembra accanirsi contro United24, che in tal modo risulta anch’essa vittima, come Balenciaga, di una cattiva pubblicità.
Nota a margine. Riportiamo da Newsweek: “Mentre gli utenti dei social media continuano a prestare attenzione al marchio di moda di lusso [Balenciaga] e alle sue offerte, recentemente hanno rivolto la loro attenzione anche a una serie di opere d’arte raffiguranti bambini che, tra le altre caratteristiche, hanno genitali al posto del naso e della bocca, opere pubblicate sul sito web di Christie’s, la più importante casa d’asta del mondo”.
“Christie’s è di proprietà di Groupe Artémis, la holding di François-Henri Pinault. Il multimiliardario Pinault, marito della star del cinema Salma Hayek, è anche presidente e amministratore delegato di Kering, la multinazionale che possiede Balenciaga, cosa che ha portato alcuni utenti online a tracciare collegamenti tra queste”.
“Nonostante le critiche online, non ci sono prove che suggeriscano che Pinault abbia dato alcun input sulle opere in questione, o su qualsiasi altra opera d’arte pubblicata sul sito web di Christie’s”.
“I manichini presenti sul sito web di Christie’s sono stati realizzati dagli artisti Jake e Dinos Chapman e mostrano raffigurazioni di bambini nudi, alcuni dei quali sono congiunti. Ci sono anche raffigurazioni di teste mozzate”. Possibile che Christie’s pubblichi e venda roba del genere? Purtroppo sì. Ci sia perdonato il latinismo: mondo di merda.