Torino, Ivrea, ma anche Cuneo, Asti, Novara, Vercelli e Gravellona Toce. Giovedì 15 dicembre il Piemonte farà sentire in molte piazze il suo dissenso contro la nuova legge di Bilancio, la prima del Governo guidato da Giorgia Meloni. Uno sciopero proclamato da Cgil e Uil. “Meloni non è Robin Hood, ma lo sceriffo di Nottingham“, dice Giorgio Airaudo, segretario regionale della Cgil.
“Dal 12 al 16 ci saranno scioperi e iniziative in tutti i territori. Per il Piemonte si è scelto giovedì 15, partendo da 4 ore, ma con molte categorie che hanno esteso a tutta la giornata. Come la scuola, la sanità, gli edili, le Poste, il commercio e così via“, dice Gianni Cortese, segretario di Uil Piemonte.
Tanti presidi in tutte le province
“Il nostro dissenso è già stato espresso direttamente alla presidente del Consiglio – prosegue Cortese -. È una manovra iniqua e che sfrutta male le poche risorse. Soprattutto il lavoro, non è stato interessato nella lotta al precariato. Ma anche le pensioni e gli stipendi non sono tutelate dell’inflazione, magari defiscalizzando le tredicesime. Anche sul cuneo fiscale si è fatto pochissimo, senza ridare fiato ai consumi. Cosa che ha detto anche il presidente di Confindustria Bonomi, che di certo non è un sindacalista“.
Solo trasporti e igiene ambientale si limiteranno a 4 ore o alla totale astensione visto che proprio il 15 entra in funzione il periodo di tregua per alcuni servizi essenziali. “Non condividiamo nemmeno l’approccio al fisco, con una flat tax che va a penalizzare pensionati 3 categorie del lavoro dipendente che già finanziano il gettito IRPEF per il 90% – aggiunge Cortese – Tutto questo va contro la Costituzione, che prevede una tassazione graduale. E ci sono anche condoni e mini condoni più o meno nascosti. Si strizza l’occhio all’evasione, come conferma anche il dibattito sui pos“.
E poi c’è il Welfare. “Le rivalutazioni sono bassissime e se va bene arriveranno all’1,5%. Ci chiediamo come farà Cirio a tagliare le liste d’attesa nella sanità pubblica. Ma anche le pensioni non sono state affatto rivalutate, che non vuol dire aumenti, ma adattarsi all’inflazione: i pensionati vengono utilizzati come i bancomat“.
“La gente attende di essere risarcita”
“Da anni la gente di questo Paese attende di essere risarcita, con aumenti dei salari e delle pensioni – aggiunge Airaudo – Questo si rifletterà sui consumi, lo vedremo a Natale. Il Governo Draghi si era impegnato, ma poi è caduto. E ora il nuovo governo procede nel solco, ma scordandosi delle promesse“.
Riflettori accesi sul sistema dei voucher, che ritornano “e abbassano i diritti dei lavoratori. Pensiamo al turismo, ma anche all’agricoltura. E soprattutto nel Cuneese“, aggiunge Cortese, che richiama in causa ancora Cirio: “È di colore politico affine al governo, ma il Piemonte sarà penalizzato. Ci saremmo attesi più coraggio“.
La frattura con la Cisl
“Speriamo si possa ricomporre l’unità sindacale con la Cisl, ma in questo momento, per dignità e contro queste decisioni della politica, non possiamo non andare in piazza”, conclude Cortese. “Stupisce, perché le critiche che loro sollevano a volte superano anche le nostre“.
“Con queste nostre mobilitazioni ci auguriamo che si crei il tempo per Cisl di raggiungerci, visto che i contenuti sono già nella piattaforma unitaria presentata a Draghi. E qui le politiche sono ancora peggiori“.