I rappresentanti degli Stati dell’Unione Europea hanno raggiunto l’accordo sull’introduzione del nono pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Lo si apprende da un messaggio Twitter della presidenza della Repubblica Ceca. «Gli ambasciatori hanno raggiunto un accordo di principio su un pacchetto di sanzioni contro la Russia nell’ambito del continuo sostegno dell’Ue all’Ucraina. Il terzo pacchetto di sanzioni contro la Russia negoziato nell’ambito della presidenza ceca dovrebbe essere confermato domani tramite procedura scritta», si legge nel tweet della presidenza ceca. Il pacchetto era stato sospeso negli ultimi due giorni a causa di una discussione sulle esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti russi attraverso i porti europei. È stato inoltre approvato un pacchetto di aiuti da 18 miliardi di euro per l’Ucraina, così come confermato in conferenza stampa dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Durante il Consiglio Europeo è intervenuto in videocollegamento anche il presidente ucraino Zelensky, che ha dichiarato: «Vorrei esprimere particolare gratitudine per i passi compiuti negli ultimi sei mesi in materia di sanzioni, per il pacchetto di sostegno finanziario al nostro Paese pari a 18 miliardi di euro per il prossimo anno, che può essere finalmente approvato a livello di leadership proprio ora. I pacchetti di sostegno macrofinanziario all’Ucraina sono anche armi in difesa della libertà. Proprio come il nono pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia».
Cosa prevede il nono pacchetto di sanzioni
I dettagli completi del nono pacchetto di sanzioni non sono ancora stati rivelati, ma dovrebbero includere divieti di viaggio e congelamento dei beni per quasi altri 200 funzionari e ufficiali militari russi, come proposto dalla Commissione europea la scorsa settimana. È altresì probabile che il blocco vieti anche la consegna di motori di droni sia alla Russia sia all’Iran, che è stato accusato di fornire droni “kamikaze” per il dispiegamento contro obiettivi civili ucraini. I nodi relativi alle richieste di alcuni paesi, tra cui i Paesi Bassi e il Belgio, di essere esentati dalle precedenti sanzioni sull’importazione di fertilizzanti russi sono stati sciolti, dopo aver annunciato l’intenzione di ritardare l’approvazione delle nuove sanzioni nel caso in cui le loro richieste non fossero state accolte. La Polonia e alcuni Paesi baltici erano invece preoccupati per il fatto che l’allentamento avrebbe consentito agli oligarchi russi in possesso delle aziende di fertilizzanti di eludere le sanzioni dell’UE contro di loro.
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