Verduno non si distanzia molto dalle pediatrie di mezza Italia nella situazione di forte stress delle strutture sanitarie deputate all’infanzia, ormai da alcuni settimane sotto il tiro incrociato dell’influenza stagionale e delle diverse forme di virus che dalla metà di novembre hanno falcidiato le presenze nelle scuole dell’infanzia e primarie.
Se dal presidio del capoluogo si segnala una preoccupante diffusione del virus sinciziale (leggi qui), che interessa soprattutto i bambini più piccoli, dal settimo piano dell’ospedale unico di Alba e Bra il primario Alessandro Vigo conferma come anche a Verduno si registrino ormai da alcune settimane gli effetti di “una circolazione virale molto alta, che comprende virus anche molto diversi tra loro”.
Si fanno quindi i conti “col Covid, con lo stesso virus sinciziale, ma anche con adenovirus e con tutti gli virus che ci sono normalmente nei mesi invernali. Poi, come sempre capita quando è presente un’alta circolazione virale e le difese immunitarie si abbassano, qualcuno viene colpito da sovra-infezioni batteriche, per le quali si rende necessario utilizzare utilizzare gli antibiotici”.
Normale che l’afflusso di pazienti in arrivo in questi giorni al pronto soccorso pediatrico come anche al reparto vero e proprio (della struttura di Pediatria fa ancora parte il centro neo-natale) abbia subìto in questo periodo un importante incremento.
Ancora Vigo: “Ovviamente sì, in questi giorni l’afflusso è decisamente importante. E per quanto riguardante il solo pronto soccorso tale da contribuire in modo significativo alle diverse migliaia di accessi che registriamo annualmente. Diciamo che ci eravamo preparati abbondantemente per tempo cercando di ottimizzare l’organizzazione della risposta anche con tutte le cose che ci possono avvantaggiare dal punto di vista diagnostico. Poi la carenza dei medici ospedalieri in generale e dei pediatri in particolare è nota, e questo non aiuta. Ma riusciamo comunque a fare fronte alle richieste, nel modo migliore possibile”.
Prezioso in questa chiave il ricorso ad alcuni “gettonisti“, collaboratori esterni allo staff, tra i quali alcuni medici del reparto andati in pensione, ora impegnati a dare supporto ai quattro medici e ai due specializzandi ad oggi in organico al fianco dello stesso primario.
L’occupazione dei 10 posti-letto a disposizione del reparto viaggia intanto su medie sempre prossime al 100%: “Qui – avverte il dottor Vigo – occorre tenere però conto che sono riservati a tutte le patologie, non solo alle acuzie ma anche ai pazienti cronici, ovviamente. Riusciamo a rispondere alle necessità di tutti anche perché ci alleniamo a tenere un turn over elevato, riuscendo così a rispondere a tutte le necessità”.
“Negli anni del Covid – spiega in conclusione il direttore della Pediatria – gli accessi si erano ridotti in modo importante, come si sono erano ridotti tutti gli accessi acuti in ospedale. Questo anche per effetto della maggiore attenzione alle norme di prevenzione che evitano la diffusione delle malattie infettive, ovviamente legate alla presenza del Covid. Nella pratica la prevenzione contro la pandemia si è così accompagnata a una forte contrazione delle malattie stagionali. In questo autunno quelle attenzioni sono venute meno e i risultati sono evidenti.
Con la non banale complicazione che insieme alle influenze stagionali ora c’è anche anche il Covid stesso. Il risultato è quello di quadri clinici che in taluni casi sono anche parecchio impegnativi, con patologie respiratorie che possono richiedere il ricorso a un supporto ventilatorio, anche se non invasivo, come sta accadendo per alcuni nostri piccoli ricoverati. Sono situazioni complicate dal punto di vista assistenziale ma soprattutto per il paziente, tanto più che parliamo di bambini”.