È davvero indecente quel che può capitare all’improvviso percorrendo un sentiero nelle nostre colline o una strada lungo le sponde di un fiume o una qualsiasi viottola campagnola.
All’improvviso boglioli di macerie, sacchi neri pieni di immondizia, plastica, nylon, bottiglie, cassette, rifiuti di ogni genere. Qualche giorno fa se ne lamentava una nostra lettrice in una lettera al direttore che abbiamo pubblicato (leggi articolo con foto), avendone avvistati in grandi quantità non lontano dal nuovo ospedale di Verduno, percorrendo una ciclabile molto conosciuta: ma quello è solo uno dei tanti esempi che ognuno di noi può fare.
Va da sé che chi butta rifiuti dove gli garba e la fa franca, non è un furbo. È un delinquente. E glielo si dovrebbe far capire.
Le multe, quando si beccano (raramente…) gli autori di tali nefandezze, mi sembra non bastino. Forse in un certo senso, se davvero comminate, inaspriscono ancor di più la rabbia, il distacco di chi non ha nessuna remora a disfarsi della rumenta, nei confronti del vivere civile in un posto pulito.
I colpevoli pagano (forse…) ma non capiscono del tutto dove hanno sbagliato veramente. Vengono toccati nel portafoglio, non nel grumo emotivo della loro coscienza.
Senza contare che gli sversatori più o meno abituali sono refrattari ai centri di raccolta. Tutto quel programmare il deferimento in un certo orario, differenziare, smaltire con criterio, provoca in loro un certo fastidio ancestrale. Non ne comprendono i motivi, probabilmente credono che la nostra terra sia in grado di digerire tutto senza bisogno di tante attenzioni o diete o cibi salutari.
Per cui io suggerirei un tentativo ai Comuni che possono permetterselo, magari in sinergia l’uno con l’altro.
Quando si becca qualcuno che riversa rifiuti in un fosso, non lo si multi subito. Lo si costringa a seguire un corso di 32 ore (4 ore al giorno per 8 giorni lavorativi) nel quale gli si inculcano le nozioni necessarie per capire bene cosa significa non differenziare, cosa succede se non lo si fa, come funziona lo smaltimento dei prodotti e delle sostanze organiche e inorganiche e gli si “racconti il territorio” con una materia che potremo chiamare “Dove vivi?”.
Le nozioni di quest’ultimo argomento devono puntare su un aspetto fondamentale: è tuo compito conoscere dove abiti, sapere molto di più di ciò che ti circonda, la geologia che ha plasmato le tue colline, chi lo ha abitato prima di te, i fatti storici che lo hanno coinvolto, fino a farti capire che proprio dalle parti del fosso dove hai depositato le carabattole che tenevi in solaio, proprio lì, un giorno ci passò Napoleone Bonaparte, oppure 250.000 anni fa quel fiume non c’era affatto e la terra, lì, ha quel colore particolare perché un tempo c’era il mare: te lo immagini il tuo prato come una baia e quel monte laggiù come uno scoglio? Sai che dove hai lasciato quel sacco di plastica nidificano questi rari uccelli? Che attraverso quel canale le tue lattine di birra arriveranno su una spiaggia dell’Adriatico e il tuo olio residuo raggiungerà una falda sotterranea? Sembra che l’acqua da qualche parte finisca, per gravità pare vada in discesa …
Al termine del corso si tiene un esame. Se lo si passa, si salda la multa comunque e si paga il corso, profumatamente: gli insegnanti vanno scelti fra gli esperti migliori e pagati il giusto. Altrimenti lo si ripete da capo, come per la patente di guida. Si torna “liberi”, con qualche idea in più sul proprio territorio e qualche soldo in meno in tasca, solo quando si dimostrerà di aver capito “perché” non si deve buttare la rumenta dove capita o fa più comodo.
Sarà dura farlo capire a certe “testoline”? Può essere.
Ma il costo di un corso, più la multa, più il tempo perso per frequentarlo, più la prospettiva di finire in tribunale se non si ottempera alla condanna, dovrebbero scoraggiare un pò. Soprattutto dopo essere state messe in pratica alcune volte.
Provateci. Ovviamente potenziamo i controlli, aumentiamo la diffusione di telecamere, diamo una mano ai carabinieri forestali quando vediamo manovre sospette.
Ma basta con i rifiuti ovunque.
Basta con questa disonestà nei confronti della nostra terra.