CANAVESE – Sono circa trecento i nuovi migranti destinati al sistema di accoglienza del Piemonte. Ma potrebbe essere solo un primo arrivo a fronte di una situazione che, a livello nazionale, comincia a farsi difficile. I trecento sono arrivati tra ieri e oggi. Metà rimarranno nelle strutture di Torino e dei Comuni della provincia.
In Canavese, al momento, non è stato comunicato alcun invio ma la partita, come già accaduto in passato, è gestita direttamente dalla prefettura con associazioni, cooperative e privati che mettono a disposizione gli immobili. I Comuni, di fatto, vengono informati spesso a cose già fatte. Non è quindi un mistero la disponibilità di alcune strutture per l’accoglienza.
Era già successo in passato, del resto, a Rivarolo come a Ivrea, quando l’Italia affrontava un’altra emergenza legata agli sbarchi. Il problema è che il riparto tra i territori viene deciso a livello nazionale: il Piemonte avrebbe già esaurito la sua capacità (il centro di Settimo, ad esempio, è pieno da dicembre) ma l’aumento nel numero di sbarchi ha messo in preallarme tutta la macchina dell’accoglienza. E dal momento che ognuno deve fare la propria parte, la prefettura ha fatto un «sondaggio» per trovare altre strutture.
Lo ha confermato anche il prefetto di Torino, ieri mattina: «La preoccupazione relativamente a quello che può essere un aumento degli sbarchi c’è, ma il Ministero ci ha sensibilizzati da subito e abbiamo iniziato a lavorare per cercare di reperire questi posti, cosa non facile perchè il nostro territorio lo sforzo lo ha già fatto in modo consistente, però finora ci siamo riusciti e confido nel fatto che continueremo a lavorarci proficuamente».