Rincari del 27% nel settore agricolo calabrese, cresce anche la spesa dei cittadini-consumatori. Energia elettrica, fertilizzanti e alimenti degli animali i fattori scatenanti
Quanto incide sulle tasche dei cittadini-consumatori il rincaro dei costi delle attività agricole? L’impatto è notevole. Per effetto dei rincari energetici i costi di produzione delle aziende agricole a livello nazionale sono un +23%, alle nostre latitudini Coldiretti calcola almeno un +27%. Questo sulla base della “stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura –anno 2022”, diffusa dall’ISTAT.
Inflazione e siccità penalizzano l’agricoltura. Nel 2022 la produzione dell’agricoltura si riduce dello 0,7% in volume. Scendono anche il valore aggiunto ai prezzi base (-1% in volume) e le unità di lavoro (-1,4%). Superati gli effetti della crisi pandemica, si assiste al pieno recupero delle attività secondarie e dei servizi ma la ripresa è frenata dal sostenuto rialzo dei prezzi degli input e dalla siccità. Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti venduti (+19,1%) e ancora più rilevante quello dei prezzi dei prodotti impiegati (+23,6%). Si è ridotta la produzione di olio e cereali mentre l’annata è pare abbia segnato una ripresa per frutta e florovivaismo; stabile il settore zootecnico.
“Durante l’anno – sottolinea la Coldiretti – sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6%) con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4%), i prodotti energetici (+49,7%) e gli alimenti per animali (+25,1%) secondo l’Istat. L’incremento dei costi si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte – precisa la Coldiretti – per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. Il risultato è che in Italia sono calate le imprese in agricoltura nel 2022 con un saldo negativo di -3363, in Calabria più di qualche decina proprio per effetto del mix micidiale dell’aumento dei costi e del cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Movimprese elaborati da Unioncamere.
Le imprese agricole – precisa la Coldiretti – sono state infatti costrette ad assorbire gran parte dell’aumento dei costi come dimostra il fatto che l’inflazione media per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche è salita del 9,1% nel 2022. La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori”, afferma il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”.
“Nell’ambito del Pnrr – riferisce Coldiretti – ci sono progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno, quello di Coldiretti, che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i cittadini -consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali. Fare questo – conclude Coldiretti – stimolerebbe sviluppo e crescita perché come certifica l’Istat è di 38,4 miliardi il valore aggiunto in euro dell’agricoltura in Italia che si colloca al secondo posto nella Ue27 dopo la Francia (43,5 miliardi di euro) e prima di Germania (30,9 miliardi) e Spagna (28,5 miliardi)“.