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Cattivissimo Mes | Giorgetti rassicura l’Europa sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità – Linkiesta.it

Il Meccanismo europeo di stabilità non può diventare un problema per l’Italia, unico Paese in Europa a non aver ratificato la riforma del trattato. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, durante la riunione dell’Eurogruppo che si è svolta ieri a Bruxelles, lo ha detto esplicitamente nei contatti informali avuti a margine della riunione.

Nel suo intervento ufficiale, Giorgetti ha evitato di esporsi esplicitamente sull’argomento per non agitare la maggioranza ancora scettica, ma ufficiosamente ha tranquillizzato gli animi: il governo italiano non vuole mettersi di traverso. Rassicurazioni che hanno subito provocato una valanga di complimenti da parte delle istituzioni europee. «Pare esserci qualche progresso», ha riconosciuto il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Ancor più esplicito l’irlandese Paschal Donohoe, che presiede la riunione dei ministri finanziari dell’Eurozona: «Voglio riconoscere il lavoro che è in corso nel governo italiano». L’idea di un provvedimento dell’esecutivo per incardinare la ratifica «è un fatto positivo» per il commissario Paolo Gentiloni. Commenti positivi anche dal direttore generale del Mes Gramegna: «Sono stato in Italia e ho avuto colloqui fruttuosi con il governo, con la premier Meloni. Ora la ratifica è nelle mani del Parlamento. Noi rispettiamo la democrazia italiana».

Commenti, come racconta La Stampa, che però hanno finito per mettere in difficoltà Giorgetti. Dal Tesoro si sono infatti premurati di far sapere che «la decisione spetta al Parlamento», preoccupati che la valanga di elogi da Bruxelles possa mandare ulteriormente in agitazione quella parte della maggioranza che ancora non vuole rassegnarsi alla ratifica.

Certo, non si tratta di calendarizzare l’approvazione in Parlamento in tempi brevi. Anche per via del periodo pre-elettorale. La sensazione, però, è che le cose possano cambiare dopo le amministrative, in programma tra meno di quattro settimane.

Palazzo Chigi la vuole legare alle modifiche da apportare al Pnrr e che vanno avallate dalla Commissione e dal Consiglio. Resta il fatto che l’opinione del Tesoro è che ormai il Mes sia uno strumento superato e che difficilmente qualcuno dei 27 attiverà. Quindi è inutile costruire le barricate per fermarne la ratifica.

Semmai il problema del centrodestra è come uscire dal “cul de sac” creato dalla risoluzione approvata l’autunno scorso dal Parlamento e che impegnava il governo «a non approvare il disegno di legge di ratifica della riforma del Trattato istitutivo del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo». L’idea, insomma, è che nelle prossime settimane Camera e Senato si possano di nuovo preliminarmente esprimere e poi presentare la proposta di ratifica. Una scusa per prendere tempo e evitare un presunto conflitto tra Camere ed esecutivo.

La decisione, ha sottolineato Gentiloni, «spetta al governo italiano e vedremo in che termini e in che tempi verrà presa. Due cose sono sicure: la prima è che l’Italia è stata tra i Paesi che circa due anni fa hanno deciso questo emendamento allo statuto del Mes e la seconda è che questo emendamento è utile, quindi una volta che tutti i Paesi l’avranno ratificato, e sono fiducioso che tutti i Paesi lo faranno, darà strumenti ulteriori al Mes per affrontare le attuali crisi».

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