R.T., 49enne, residente a Palazzolo sull’Oglio, nel Bresciano, è imputato davanti al tribunale di Cuneo per adescamento di minore.
Secondo la ricostruzione fornita dalla Procura, la vicenda risalirebbe al 2013 quando un ragazzino di Chieri (Torino), allora tredicenne, e l’amico dodicenne, residente nel Saluzzese, si iscrissero ad una chat di incontri all’insaputa dei genitori. Fu la madre di quest’ultimo a presentare denuncia nei confronti dell’imputato.
Denunciato da altri genitori e, stando a quanto emerso in udienza, sull’uomo gravano alcuni procedimenti pendenti. Come illustrato da un ispettore della Polizia Postale di Brescia, tra il 2015 e il 2017 erano state effettuate tre perquisizioni domiciliari a carico dell’uomo, disposte dalla Procura di Bergamo, Bologna e Brescia a seguito di alcune denunce per adescamento minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Dal 2022 R.T. è sottoposto a sorveglianza speciale da parte del tribunale bresciano, che gli ha impedito di frequentare oratori e luoghi di ritrovo di soggetti minori a Palazzolo.
Nell’udienza celebratasi nei giorni scorsi al palazzo di giustizia di Piazza Galimberti, è stato a chiamato a deporre il ragazzo più grande – ad oggi maggiorenne -. “Avevo conosciuto R.T. su un sito di incontri. Mi ero iscritto per vedere se trovavo qualche ragazza. Lui sapeva che ero minorenne, non gli ho mai mentito sull’età. Mi diceva che poteva darmi dei soldi per la droga e per le escort e che poteva farmi conoscere ragazzine della mia età. In cambio voleva che gli mandassi le mie foto nudo”.
Il giovane ha riferito di una conoscenza solo virtuale con l’imputato: “Mi mandava foto sconce di bambini dicendomi che aveva avuto un rapporto con loro. Gli avevo detto chi mi sentivo con una ragazza di Milano e lui diceva cose come ‘vogliamo scoparcela?’ e io gli chiedevo di smetterla. Mi chiedeva anche cosa intime e mi inviava siti di ragazze nude. Poi, mi aveva detto che voleva mandarmi dei soldi per comprarmi alcool e droga. Io, per vedere se fossero solo chiacchiere ed eventualmente denunciarlo, gli avevo detto di sentire il mio amico se che aveva la carta postepay. Quando ho scoperto che R.T. aveva iniziato a infastidire anche lui ho chiuso i rapporti. Insisteva a chiamarlo e poi sua madre scoprì tutto e lo ha denunciato. Avevo paura succedesse qualcosa”.
Durante una delle perquisizioni effettuate dalle forze dell’ordine a casa dell’imputato, venne trovato anche il cellulare che conteneva le chat con il giovane torinese, una cartella contenenti tre immagini di bambine nude e il numero del ragazzo residente nel Saluzzese salvato in rubrica. “Prima di questa denuncia -ha concluso l’ispettore – durante una perquisizione R.T. aveva buttato i computer e i dischi dalla finestra. Nel 2015 gli avevamo sequestrato il cellulare e il modem e nonostante le proibizioni continuava a chattare con i ragazzi. Abbiamo trovato una cartella di immagini pedopornografiche e ricavato le chat, ma non siamo riusciti a collegare le foto mandate effettivamente. C’era la chat di adescamento in cui millantava con ragazzini di procurare sesso facile con ragazze”.
Alla prossima udienza, fissata per ottobre, saranno chiamati a testimoniare l’altro ragazzo e sua madre, autrice della denuncia.
CharB.