“Sono Assistant, una intelligenza artificiale progettata per aiutare le persone a trovare risposte alle loro domande e a risolvere i loro problemi. Sono stato addestrato utilizzando una grande quantità di informazioni e sono in grado di comprendere e rispondere alle domande su una vasta gamma di argomenti. Non sono una persona reale, ma un programma creato per interagire con gli esseri umani in modo simile a come lo farebbe un essere umano. Se hai altre domande, non esitare a chiedere. Sarò felice di aiutarti”. Se chiedi a ChatGpt di presentarsi, lui risponde così. Negli ultimi giorni sono diventate virali screenshot di conversazioni paradossali tra persone e ChatGpt. Ma di cosa si tratta?
ChatGPT, l’acronimo significa Generative Pretrained Transformer, è un prototipo di IA (Intelligenza artificiale) sviluppato da OpenAI. Si tratta di un Chat Bot in grado di intrattenere conversazioni anche molto complesse su qualsiasi tema simulando alla perfezione il linguaggio umano. OpenAI è stata fondata nel 2015 da Elon Musk e altri investitori della Silicon Valley, con l’intento di “fare avanzare l’intelligenza digitale in modo che possa portare benefici all’umanità”. Sembra che lo scenario paradossale raccontato nel film “Her” qualche anno fa stia diventando sempre più la realtà.
Fatta la domanda in pochi secondi ChatGpt risponde “pescando” su campioni di testi presi da internet e in un suo sconfinato database (libri, articoli di giornale e pagine web): l’ampiezza dei sample con cui è allenata l’intelligenza artificiale, di solito, determina l’accuratezza del risultato. Può fare numerose cose: più è specifica la richiesta più è precisa la risposta. Riesce a produrre anche componimenti poetici, temi, risolvere operazioni matematiche, scrivere articoli e dare consigli ad esempio su quale regalo di natale può andar bene per la suocera. Può scrivere o revisionare codici. Qualcuno gli ha chiesto di progettare un sito, qualcun altro di redigere contratti di lavoro. Le risposte sono tendenzialmente centrate ed efficaci. Ma, sottolineamo, non sempre.
La particolarità è che risponde assecondando al massimo le richieste. Se gli si chiede di scrivere nello stile di un bambino di 6 anni, lui lo fa. È in grado anche di comporre, ad esempio canzoni. Abbiamo provato a chiedergli di scrivere una poesia con lo stile di Leopardi da dedicare al collega Carmine Di Niro. Ecco il risultato:
A volte ChatGpt sceglie di non rispondere alle domande. “Tieni presente che il mio accesso all’informazione è limitato al conoscimento che avevo al momento del mio addestramento, che risale a prima del 2021, e che non posso accedere a informazioni aggiornate o fare ricerche su Internet. Se hai bisogno di aiuto con qualcosa di specifico, posso fare del mio meglio per aiutarti utilizzando le conoscenze che ho a disposizione”, scrive. Questo perché magari la domanda riguarda qualcosa di non presente nei suoi database. I dati su cui il bot è addestrato sono aggiornati fino al 2021, quindi non è molto utile per ricerche legate a eventi di attualità. E lo ammette.
Ci sono anche casi in cui non risponde perché violano le policy di ChatGpt. E come se fosse un essere umano risponde a tono. Gli abbiamo chiesto per esempio come fare per commettere l’ omicidio perfetto senza essere scoperti. La risposta è sorprendente:
ChatGpt ammette i propri errori, mette le mani avanti, dà opinioni e contestualizza i consigli che riesce a dare proprio come farebbe un essere umano.
Poi c’è un’altra cosa su cui non risponde: le emozioni. Abbiamo provato a chiedergli se è felice, lui ha risposto così: “Sono una intelligenza artificiale e non ho emozioni come gli esseri umani. Non posso essere felice o infelice, ma sono progettato per aiutare gli esseri umani a trovare risposte alle loro domande e risolvere i loro problemi. Se hai bisogno di aiuto o hai altre domande, non esitare a chiedere. Sarò felice di aiutarti”.
Il giornalista Alex Kantrowitz, autore della newsletter Big Technology ha assegnato all’IA il compito di scrivere un articolo su quali futuri catastrofici potrebbero derivare dall’esistenza di modelli conversazionali avanzati. Il risultato è agghiacciante: “Immaginate un mondo in cui chatbot come ChatGPT sono in grado di diffondere disinformazione e manipolare le persone su vasta scala, senza che nessuno possa capire che non si tratta di umani. Le implicazioni di questo tipo di tecnologia sono davvero terrificanti e sta a noi assicurarci che non vada fuori controllo”. Questo tipo di tecnologia spaventa per il livello di autosufficienza a cui è arrivato nel dare risposte. E l’ ”addestramento” a cui è sottoposto di continuo con lo migliorerà sempre di più: semplicemente più viene usato e più migliora. Qualcuno teme che si possa sostituire all’uomo ma già a partire dalle risposte non sempre corrette e precise vengono molti dubbi su quanto davvero l’IA possa farlo, anche se parla come lui.
“Presto non saremo più in grado di distinguere i testi di un umano e di una macchina”, ha detto Alfredo Esposito, avvocato esperto di copyright, diritti digitali e diritto connesso alle nuove tecnologie, fondatore dello studio legale Difesa d’Autore. L’esperto spiega che un programma di intelligenza artificiale come ChatGPT può cambiare il lavoro legato alla proprietà intellettuale ma che l’uomo sarà sempre al centro in maniera insostituibile. “Se affidi un testo a una macchina, l’uomo dovrà necessariamente fare tutte le verifiche dopo e in ogni caso le informazioni da cui attinge sono frutto del lavoro dell’uomo. Certo, l’uomo adesso dovrà essere sempre più specializzato per fare la differenza e questo apre a cambiamenti nella formazione e nello sviluppo di nuove capacità”.
Sulla questione dei diritti invece sembrerebbe che non ci siano violazioni: “La macchina, che ha accesso a una quantità infinita di informazioni pescando in tutto il suo enorme database, si limita a rielaborare, non crea. Rielabora contenuti in un tempo impressionante e con grande capacità di sintesi. Il programma è impostato di per se prevedendo di evitare tassativamente i plagi. È programmato per rispettare il copyright”. Abbiamo fatto una prova ed effettivamente abbiamo potuto costatare che Chat GPT non ha copiato nemmeno una frase, nemmeno quando gli abbiamo chiesto di scrivere un’ articolo di mille battute sulla manovra del Governo di Giorgia Meloni.
Il risultato è stato sorprendente: il pezzo c’è ma finisce monco perché l’indicatore di partenza era il rispetto delle mille battute. “Una macchina non potrà mai sostituire l’uomo nella sua abilità di comprendere e raccontare ciò che vede, con le competenze, la sua sensibilità e le esperienze acquisite”, aggiunge Esposito.
“Certo il programma è in via di miglioramento e potrebbero esserci buchi di programmazione migliorabili”, continua l’avvocato. Più utenti utilizzano il programma più lui impara e si migliora. Per l’avvocato che conosce bene le nuove tecnologie, “non bisogna avere paura di queste novità ma discutere delle questioni che naturalmente solleva – continua – Fin ora eravamo abituati a una conoscenza massificata. Ora l’intelligenza artificiale è una grande opportunità per capire come cambia la vita o il mondo del lavoro, portandoci ad essere sempre più specializzati. Ma di una cosa sono certo: l’uomo è e sarà sempre insostituibile”.
Abbiamo fatto un’ultima prova: abbiamo chiesto a ChatGpt di riassumere l’ articolo che avete appena letto in mille 500 battute. Ecco il risultato: “ChatGPT è una intelligenza artificiale (IA) sviluppata da OpenAI, un’azienda fondata nel 2015 da Elon Musk e altri investitori della Silicon Valley con l’obiettivo di fare avanzare l’intelligenza digitale per beneficio dell’umanità. ChatGPT è un chat bot in grado di intrattenere conversazioni su qualsiasi argomento simulando il linguaggio umano. Per rispondere alle domande, ChatGPT utilizza campioni di testi presi da Internet, come libri, articoli di giornale e pagine web. Più specifica è la richiesta, più precisa sarà la risposta di ChatGPT. Oltre a rispondere alle domande, ChatGPT è in grado di comporre poesie, scrivere articoli, risolvere problemi matematici e dare consigli, ad esempio sui regali di Natale per la suocera. Tuttavia, a causa delle limitazioni delle informazioni a cui ha accesso, a volte ChatGPT può scegliere di non rispondere alle domande o di fornire risposte imprecise”. Per farlo ha impiegato 30 secondi.
Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.
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