Silvio Bessone, lavoratore autonomo e Partita Iva dal 1986, ha raccontato le difficoltà della sua vita lavorativa nel programma “Cosa c’è di nuovo” su Rai2.
Faccio il cioccolatiere a Vicoforte ed ho iniziato a fare impresa con mia moglie quando avevamo 18 e 20 anni (oggi ci definirebbero “bambini”).
Noi avevamo un progetto e dei sogni da realizzare. Versavamo il 23% di interessi alle banche. All’epoca bastava lavorare per avere liquidità e noi producevamo ricchezza pur pagando le tasse.
Oggi produrre ricchezza non è più al centro del progetto paese; chi fa impresa con una tassazione che ci impedisce di realizzare i sogni, di trasformare in solida realtà una piccola o media azienda, ha difficoltà ad accedere al credito e, quindi, è impossibile crescere. Possono farlo solo le multinazionali che però sono già grandi.
I piccoli paesi, le città stanno perdendo le piccole imprese di distribuzione, ma, soprattutto, quelle di trasformazione. Oggi “infatti” le politiche non agevolano e non stimolano il fare, se mai incentivano l’assistenzialismo; ma alle aziende non servono aiuti, serve l’eliminazione degli agi, degli ostacoli, degli appelli burocratici spesso inutili e controproducenti.
Lo Stato deve essere per le imprese come l’olio lubrificante per un motore. Deve consentire di produrre meglio e di più.
Anche in questa manovra Noi, Associazione Nazionale Autonomi e Partita Iva fondata e presieduta da Eugenio Filograna, vediamo poco coraggio, nessun incentivo a resistere, una tassazione eccessiva e un cuneo fiscale da fame.
Per tutto questo l’imprenditore spesso preferisce togliersi la vita piuttosto che disonorare gli impegni presi con i propri collaboratori e fornitori.
Cosa servirebbe a noi Autonomi e Partite IVA?
Servirebbe che lo stato si rendesse conto che noi non siamo il problema, ma la soluzione per uscire da questa situazione disastrosa. E invece di distribuirsi prebende natalizie, i parlamentari pensino a immettere liquidità nel mondo produttivo.
Oggi se paghi tutte le tasse, non generi ricchezza, anche se lavori.
Oggi ci sono poche persone tutelate e molti lavoratori che lo sono troppo poco.
Silvio Bessone