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Di siccità, neve programmata, piscine e altro

Per lavarsi i denti basterebbero due litri d’acqua e invece se ne consumano 30, tenendo sempre il rubinetto aperto. Per un carico di lavatrice si usano 45 litri; con il doppio tasto dello sciacquone si potrebbero risparmiare fino a 100 litri al giorno; 5 minuti di doccia significano 40 litri; un bagno in vasca 100-160 litri; per una rasatura fino a 20 litri. Usando l’acqua calda dove si è cotta la pasta per sciacquare i piatti si evita il prelavaggio in lavastoviglie e si risparmiano 20 litri d‘acqua.

In questi tempi di siccità prolungata e di carenze idriche ecco che fioccano i consigli pratici. Utili e certamente da seguire, ma che hanno poca efficienza contro la scarsità di acqua con la quale si sta misurando la Pianura Padana.

Come dice la Coldiretti è assurdo che solo l’11% dell’acqua stagionale che cade dal cielo venga conservata: serve un’azione immediata volta a incrementare la capacità di stoccaggio a uso plurimo, accompagnata da provvedimenti, per semplificare gli iter autorizzativi. Parliamo di bacini idrici e piccole dighe dove si potrebbe conservare l’acqua piovana e poi utilizzarla per l’irrigazione. Ma andrebbero finanziati anche impianti per irrigazione con sistemi temporizzati, a goccia, in virtù della loro maggiore efficienza.

Interventi importanti per affrontare un andamento climatico che – per il futuro – promette sempre più prolungati periodi di grandi siccità.

Ma vogliamo parlare della neve programmata? O delle piscine private, sempre piene e belle azzurre, anche se utilizzate un paio di volte l’anno? Per sparare la neve sulle piste si impiegano in un anno più di 96milioni di metri cubi d’ acqua, tanto quanto il consumo idrico di una città di un milione di abitanti. L’ Italia dipende dalla neve artificiale per il 90%, la Germania per il 25. La Toscana ha vietato l’ uso dell’acqua potabile per riempire le piscine da giugno a ottobre.

Cioè, va bene usare meno acqua per lavarsi i denti, ma è anche necessario intervenire sui grandi consumi idrici e sul razionalizzarne l’uso.

Meglio non sciare a mille metri su neve artificiale, che lasciare a secco campi e comunità.

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