dimensionamento-o-punizione?-lettera-–-orizzonte-scuola-notizie

Dimensionamento o punizione? Lettera – Orizzonte Scuola Notizie

Inviata da Giuseppe Gaeta – Buongiorno Presidente Meloni, sono Giuseppe Gaeta Direttore Amministrativo dell’Istituto comprensivo Vallelunga- Marianopoli con sede in Vallelunga Pratameno (CL), territorio dimenticato tra i territori dimenticati dell’entroterra siciliano.

Le scrivo questa lettera per presentarle un punto di vista diverso sulla politica del Dimensionamento scolastico. L’Istituto comprensivo Vallelunga-Marianopoli si articola su tre comuni (Vallelunga Pratameno, Villalba e Marianopoli) e nove plessi. Come si può facilmente comprendere trattasi di una struttura alquanto complessa da gestire. Con il nuovo anno scolastico, questo Istituto, per mancanza di alunni, non avrà i numeri necessari per mantenere l’autonomia e sarà destinato ad un ulteriore accorpamento.

Le più probabili soluzioni sono: accorpamento con un istituto di Mussomeli (centro che dista ben 26 km) o con l’Istituto comprensivo Santa Caterina-Resuttano (distanza 30km).

In entrambi i casi la soluzione risulterebbe troppo punitiva per un territorio già povero di suo, dove l’unica struttura socio-culturale è la scuola, presidio di formazione culturale e sociale della popolazione. Per non parlare dei disagi che tutto ciò creerebbe alle famiglie degli alunni nel caso di dover raggiungere la nuova, eventuale, sede della scuola.

Credo che lei non lo sappia ma praticamente le strade per raggiungere i due comuni sono quasi inesistenti al punto di poter

essere classificate come trazzere.

Anzi, colgo l’occasione di invitarla a visitare queste zone per rendersi conto di quello che dico. Scrivo a lei per due ordini di motivi, uno di natura soggettiva e uno di natura oggettiva.

Quanto al primo, mi rivolgo a lei come Presidente del Consiglio dei ministri e, in quanto Presidente donna, perché confido in una sua maggiore sensibilità nel farsi carico dei problemi delle famiglie e dei lavoratori.

Quanto all’oggettività, questa è rappresentata dal momento. Momento che vede la discussione, in Parlamento, di quella legge bilancio che non solo non tiene conto delle reiterate richieste del territorio e degli addetti ai lavori di ridurre il numero di alunni necessari per dotare di autonomia le scuole ma anzi, lo vuole aumentare. Un altro elemento temporale è costituito dall’approssimarsi delle feste natalizie, sperando, nella mia ingenuità, che lei possa farci un regalo come quelli che chiedono i bambini, con gli occhi lucidi di gioia, a Babbo Natale. I miei occhi però non sono lucidi di gioia ma di rabbia per il senso di ingiustizia che si percepisce in questo paese. Premetto che la soppressione di una istituzione scolastica ha lo scopo, nelle intenzioni del legislatore in nome di una presunta razionalizzazione della spesa, di privarle delle due figure apicali della

scuola cioè, Dirigente Scolastico e DSGA. Proprio le due figure che mandano avanti questi carrozzoni costituiti da più comuni e da un numero sempre screscente di plessi. Altro che merito!!!!

I miei occhi sono pieni di rabbia perché questa sarà la terza volta che verrò dichiarato perdente posto e costretto a spostarmi a diversi chilometri di distanza, anche cento. Ma la cosa che fa più rabbia è il fatto di percepire questi tagli come punizioni per il semplice motivo che la presunta razionalizzazione della spesa viene attuata solo contro queste figure del personale scolastico.

In una struttura come la scuola dove lavoro io vi sono in totale, tra insegnanti e ATA, 150 persone di cui il 25% insegnanti di sostegno e altre diverse unità di insegnanti assegnati al potenziamento. Quanto incidono due unità su centocinquanta unità? Quanto incidono due unità sul 25% di 150 unità? Quanto incidono due unità sulle somme che annualmente vengono aumentate, in termini di contributi, alle scuole paritarie? Quanto incidono due unità sui tanti milioni spesi per l’acquisto di mascherine, banchi, detergenti e quant’altro che riempiono i magazzini delle scuole perché non utilizzati?

Sembra, di primo acchito anche ai non addetti ai lavori, che il rapporto risparmio/danni al territorio sia tutto sbilanciato verso il secondo.

Concludo questa mia lettera chiedendole, a nome di tutta le persone che subiscono queste chiusure e i conseguenti disservizi, di ripensarci e togliere del tutto il limite di alunni necessario a costituire una scuola autonoma nelle zone già martoriate dalla depressione economica, spopolamento, mancanza di strade e, cosa più grave, mancanza di una visione del futuro. Visto che le altre cose, sembra che le abbiamo perse per sempre, ci lasci almeno la scuola.

Related Posts

Lascia un commento