Tante volte abbiamo discusso sul diritto alla disconnessione per il personale docente, dalle comunicazioni in orari inusuali tramite WhatsApp alle circolari diramate nei giorni festivi. Oggi vogliamo concentrarci sul punto di vista degli studenti ed in secondo piano delle famiglie. Giungono in redazione molte lamentele da parte di quest’ultime in merito alle verifiche per casa dell’ultim’ora: a quanto pare è alquanto diffusa la tendenza di alcuni insegnanti di inserire compiti nel registro elettronico durante i fine settimana con conseguenti disagi per alunni e genitori che si vedono costretti a riprogrammare il loro tempo libero per far fronte agli impegni didattici assegnati.
Diritto alla disconnessione – Di che si tratta – Non si parla di studenti
Troviamo tale definizione nel CCNL “Istruzione e Ricerca” 2016-2018, all’art 22 comma 4, c8), che riporta quanto segue:
“Sono oggetto di contrattazione integrativa – a livello di singola istituzione scolastica ed educativa – i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare [diritto alla disconnessione]”.
I punti imprescindibili del diritto alla disconnessione
- Il lavoratore dipendente NON dovrà rimanere connesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;
- Non si è responsabili del mancato malfunzionamento della rete che crea disagi soprattutto quando i docenti devono usare il registro elettronico e sono costretti a continuare il lavoro da casa;
- È la contrattazione della scuola a definire regole certe e fasce orarie protette in cui il personale dovrà essere reperibile.
Come è naturale che sia non c’è alcun riferimento agli studenti d’altronde trattasi del contratto nazionale collettivo di lavoro relativo al personale del comparto Scuola e relativo orario di servizio; a livello di singola istituzione scolastica la contrattazione si svolge tra il dirigente scolastico e la RSU e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali firmatarie del presente CCNL, che costituiscono la parte sindacale.
Effettuata questa doverosa premessa entriamo nel dettaglio della questione analizzando le seguenti parole chiave:
- Registro elettronico
- Regolamento del registro elettronico
- Patto educativo di corresponsabilità
Registro elettronico – Normativa di riferimento
La norma che ha disposto l’adozione dei registri elettronici da parte delle istituzioni scolastiche è il decreto legge n. 95 del 6 Luglio 2012 coordinato con la legge n. 135 del 7 Agosto 2012 recante:
“Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”.
Il decreto, all’art. 7 comma 27, prevede che “Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone entro 60 giorni* dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie. Al comma 31 lo stesso decreto prevede che: “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”.
*Piano ad oggi, dopo quasi un decennio, mai adottato
Il Registro elettronico è obbligatorio?
Sino a quando non ci sarà il Piano, l’adozione del registro elettronico non è obbligatoria. Però, nel caso in cui il Collegio docenti si esprima, deliberandone l’adozione, allora l’uso del registro elettronico diventa obbligatorio. Naturalmente l’istituzione scolastica dovrà garantire gli strumenti necessari a tale attuazione: pc e/o tablet (uno per classe, almeno), connessione internet, wi-fi etc.
Regolamento interno di istituto con i criteri e modalità di utilizzo del Registro elettronico
Ogni istituzione scolastica può adottare questo documento:
- Regolamento di istituto [Utilizzo del Registro Elettronico], approvato dal Consiglio di Istituto su proposta del Collegio docenti. Naturalmente una volta approvato dagli Organi Collegiali, ogni insegnante dell’istituto deve attenersi rigorosamente a quanto contenuto.
Uso del Registro elettronico: un esempio di regolamento – Orizzonte Scuola Notizie
Patto di Corresponsabilità Educativa
Il Patto di Corresponsabilità Educativa, sottoscritto dai genitori affidatari e dal Dirigente Scolastico, nasce per rafforzare il rapporto scuola/famiglia in quanto viene alla luce da una comune assunzione di responsabilità e impegna entrambe le componenti a condividerne i contenuti e a rispettarne gli impegni.
Il Patto, perciò, riproduce il quadro delle linee guida della gestione della scuola, in modo democratico espresse dai protagonisti delle singole istituzioni scolastiche, a livello territoriale. Al fine di permettere all’istituzione scolastica di concretizzare con successo le finalità educative e formative, cui è istituzionalmente preposta, ciascun soggetto è tenuto ad realizzare regolarmente ai doveri che l’ordinamento gli assegna. La condivisione degli obiettivi, il rispetto dei ruoli, le procedure di decisione e l’assunzione di responsabilità, nonché la qualità delle relazioni docenti/ genitori, docenti/docenti, docenti/studenti rappresentano fattori di qualità della scuola.
Conclusioni – Diritto alla disconnessione, vale anche per gli studenti? È corretto che un’insegnante durante il weekend inserisca nel registro elettronico nuove attività da svolgere?
A nostro modo di vedere non c’è una risposta semplicistica; certo se un insegnante dovesse inserire nel registro elettronico delle attività didattiche – la domenica – corrispondenti allo studio di un numero spropositato di pagine per il giorno dopo andrebbe contro i principi di correttezza, buona fede, proporzionalità, ragionevolezza [D.P.R. 62/2013 – Codice di comportamento dei dipendenti pubblici].
Non esiste una norma legislativa che imponga quanti e – quando assegnare – i compiti per casa. Naturalmente i principi di cui sopra suggeriscono al docente una condotta da rispettare per cui riteniamo che le verifiche per casa vadano assegnate durante le ore in presenza scolastiche e solamente in casi del tutto eccezionali, più unici che rari, durante il sabato e/o la domenica nel registro elettronico [una dimenticanza può capitare]. Le famiglie, ed i ragazzi hanno tutto il diritto di vivere e progettare serenamente le giornate di riposo senza una sorta di ansia del “Non ci arrivo a fare i compiti” che a volte costringe ad annullare eventi già programmati con tanto entusiasmo.
Il Ministero negli anni ha emanato circolari nella direzione di non sovraccaricare gli studenti con troppi compiti o di non assegnare quest’ultimi nel fine settimana:
- La C.M. n. 6 del 20.2.1964 indica che i compiti a casa sono “particolari forme di lavoro indispensabili per la formulazione dei giudizi che la scuola è tenuta ad esprimere” i quali si contemperano con “l’esigenza di dosare opportunamente il lavoro a casa”;
- La C.M. n. 431 del 30.10.1965 la quale precisa che “Un sovraccarico degli impegni di studio nuoce alla salute dei giovani” e che l’assegnazione dei compiti a casa deve tener conto della “necessità di contemperare le varie e non sempre concordi esigenze delle famiglie”;
- La C.M. n. 177 del 15.5.1969 indica che “va considerato che nelle giornate festive moltissime famiglie italiane trovano l’unica occasione di un incontro dei propri membri”. Tale nota ministeriale, tutt’ora vigente, dispone che agli alunni delle elementari (primaria) e medie (secondaria di primo grado) “non vengano assegnati compiti a casa per il giorno successivo a quello festivo”
Ma concetti quali la “Libertà di Insegnamento” e “le circolari non sono LEGGI, ma semplici raccomandazioni” hanno contribuito a non risolvere o regolamentare la faccenda. Quindi a nostro parere ci sono 2 possibili soluzioni, entrambe a livello di singola autonomia dell’istituzione scolastica:
Soluzione più immediata
Durante il consiglio di classe aperto alla componente genitori occorre che il problema venga affrontato e posto all’ordine del giorno. Sarebbe sufficiente che i docenti, stimolati dalla moral suasion del Dirigente scolastico e convinti dell’importanza del proficuo rapporto/collaborazione Scuola-Famiglia, smettessero di assegnare nel registro elettronico, durante i fine settimana, i compiti per casa. Sottotesto: Il diritto alla disconnessione vale anche per famiglie e studenti.
Soluzione burocratica
Revisionare il Regolamento sull’utilizzo del registro elettronico o il Patto di corresponsabilità educativa – approvati entrambi dal Consiglio di istituto che ha una cospicua componente genitori nella sua composizione – inserendo uno specifico paragrafo “Criteri di assegnazione dei compiti per casa” oppure “I docenti si impegnano a…”. Però, essendo materia didattica, il Collegio docenti deve formulare proposte in tal senso e deliberare quanto poi sarà successivamente approvato dal Consiglio di istituto. Quindi dipende molto anche dalla singola realtà scolastica: potrebbe esserci un collegio con docenti più aperti alla collaborazione con studenti e famiglie, un altro con una maggioranza di insegnanti fermi nelle loro convinzioni che di conseguenza non si esprime a favore di una revisione dei documenti sopra citati. Sta alle capacità del Dirigente scolastico, anche tramite circolari informative, orientare i propri insegnanti verso una comune visione, gestendo in maniera unitaria il proprio istituto.
Naturalmente, come già specificato, una volta approvati tali documenti – che non sono necessariamente ed esclusivamente il Patto di corresponsabilità educativa o il Regolamento sull’utilizzo del registro elettronico; potrebbe anche esserci un apposito paragrafo sui criteri di assegnazione dei compiti per casa all’interno del più generale Regolamento di istituto o di un Regolamento sulla VALUTAZIONE: è l’autonomia della scuola a declinare in tal senso – i docenti sono obbligati al rispetto di quanto contenuto.
Riteniamo che il concetto di Libertà di insegnamento non debba essere menzionato quando si parla di compiti inseriti nel registro elettronico nel fine settimana. Non si tratta come in altro contesto simile, di quantità eccessiva di compiti, oggettivamente più opinabile e difficile nella regolamentazione, ma di aggiornare il registro in tempi utili e programmati che consentano allo studente di studiare con serenità, coltivando passioni extra-scolastiche o semplice riposo e alle famiglie di organizzare come meglio credono il loro tempo libero.