La notte dormiva al centro di accoglienza di via Pola. Di giorno si spostava in monopattino per le via della città, raggiungeva il parco della Zona H e qui si dedicava allo spaccio di hashish, marijuana e droghe sintetiche. Vista la difficoltà di intervenire in un’area che presenta molte vie di fuga – quale si presenta il polmone verde prossimo ai licei scientifico e artistico, come anche all’istituto Einaudi e al parco Sobrino – per acciuffarlo il Comando albese dell’Arma ha dovuto impegnare 15 carabinieri, che all’imbrunire hanno prima effettuato un’accurata attività di osservazione (tre gli assuntori identificati), utile per comprovare poi in giudizio l’attività di spaccio. E quindi sono passati all’azione identificando 40 soggetti, tutti stranieri. Il ventunenne originario del Gambia, soggetto con precedenti specifici e numerosi “alias”, da tempo nel mirino dei militari, ha tentato di dileguarsi, salvo venire placcato da uno dei carabinieri in campo. Processato, ha poi patteggiato una pena di un anno e otto mesi di reclusione e dal Tribunale è uscito come uomo libero, vista la sospensione della stessa, dopo aver trascorso una sola notte in carcere.
Quella compiuta martedì 29 novembre dal Comando albese dell’Arma è solo l’ultima attività in ordine di tempo realizzata sul fronte del contrasto allo spaccio degli stupefacenti nella capitale delle Langhe e nel suo territorio. Un fronte che fa registrare numeri in forte aumento, figli dell’intensa attenzione al fenomeno messa in campo dal locale Comando dei Carabinieri e dalla Procura della Repubblica di Asti dopo un biennio caratterizzato dalla pandemia e dal succedersi dei lockdown.
Guardando ai soli primi otto mesi dell’anno, sino allo scorso 31 agosto, si parla di 10 arresti in flagranza di reato, dei quali 8 riguardanti stranieri (erano stati 4 nello stesso periodo del 2021), di due arresti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare (una sola l’anno prima), di 26 denunciati tra i quali 13 cittadini stranieri (dalle 10 denunce del 2021) e di 57 soggetti segnalati, di cui 23 stranieri (dodici mesi prima erano stati 39).
Ancora più importante le percentuali riguardanti i quantitativi di stupefacenti sequestrati: quasi un chilogrammo di cocaina (990 grammi, erano stati 21 nei primi otto mesi del 2021), in buona parte arrivati dal sequestro compiuto in un appartamento di corso Bra. Ma anche un quantitativo quasi pari di hashish (911 grammi, contro i 28 di dodici mesi prima) e 703 grammi di cannabis, l’unico dato in calo visto che nel 2021 si era registrato un sequestro da 537 piante e 18,5 kg di marijuana. Infine 4 grammi di anfetamine.
“Parliamo di un fenomeno le cui dimensioni non sono in realtà molto diverse da quelle che si registrano in contesti dalle dimensioni e caratteristiche simili, lontane quindi da quelle di grandi agglomerati urbani come Torino o anche solo la vicina Asti – spiega il capitano Giovanni Ronchi, l’ufficiale che dal settembre 2020 guida il Comando Carabinieri di Alba –. E’ però importante non abbassare la guardia e insistere nel suo contrasto anche per restituire alla cittadinanza quelle aree dove maggiore è la percezione del degrado che esso porta con sé. Restituire alle famiglie, agli anziani, ai bambini i parchi cittadini o evitare che per prendere un treno i pendolari debbano fare lo slalom tra soggetti dediti allo spaccio”.
Se le zone più interessate sono i parchi della stessa Zona H o della stazione ferroviaria, insieme ad alcune zone periferiche dalla maggior densità abitativa, il punto di vista dell’offerta vede soggetti di origine africana detenere il mercato delle droghe leggere come hashish e marijuana, e delle sostanze sintetiche. Proveniente da Paesi balcanici invece la più parte dei soggetti fermata e denunciata per cessione di droghe pesanti, perlopiù cocaina.
“Dal punto di vista dell’utenza – aggiunge il capitano Ronchi – possiamo parlare di una diffusione assolutamente trasversale. Se i giovanissimi sono i principali consumatori di hashish e marijuana, l’utilizzo di cocaina non è più solamente appannaggio delle fasce della popolazione più abbienti, come accadeva un tempo, ma tocca il giovane professionista come il lavoratore senza particolari qualifiche o reddito”.
Se i contesti nei quali avviene la cessione delle prime è più facilmente visibile e controllabile dalle forze dell’ordine, le seconde vengono spesso scambiate in situazioni difficili da monitorare. “Per questo sono fondamentali le segnalazioni dei cittadini – spiega ancora il capitano Ronchi –. In circostanze come queste l’interazione con la cittadinanza è essenziale. Ricevere segnalazioni di movimenti inconsueti, che possono sfuggire alla nostra vista perché avvengono in abitazioni o luoghi appartati della periferia o della cintura cittadina, ci permette di verificare cosa stia realmente accadendo e di garantire un corretto presidio del territorio nel contrasto a una tipologia di reato dai risvolti sociali sempre gravi”.