Le imprese del commercio nelle città italiane hanno un nuovo volto, soprattutto quelle posizionate nei centri storici: lo sottolinea l’ultimo rapporto dell’osservatorio sulla demografia d’impresa dell’Ufficio Studi Confcommercio.
In questa grande onda di cambiamento dal piccolo al grande negozio, un’importante boccata di ossigeno arriva dal turismo.
D’altronde, l’imparentamento stretto tra commercio e turismo è cosa assai nota. Tanto che, per molti cluster di turisti, lo shopping rappresenta una componente del viaggio che permette di associare un determinato luogo, o un’esperienza vissuta, all’oggetto acquistato, così da portarla con sé anche dopo il rientro.
Seguendo l’interrogativo dell’autrice Myriam Jansen-Verbeke che, nel 1991, si domandava come, dove e quando uno shopping environment potesse trasformarsi in una potenziale attrazione turistica, potremmo legittimare la reciprocità positiva tra città turistiche e negozi grazie alla potente leva degli eventi a tema.
Notti bianche, shopping di sera, giovedì sotto le stelle e venerdì tiratardi sono solo alcuni dei best-sellers della bibliografia dello shopping tourism, quello che rappresenta di per sé una motivazione al viaggio (anche se di meta a corto raggio), incarnando un’esperienza turistica a tutti gli effetti.
Gli shopping tourists, infatti, non si recano in un esercizio commerciale “solo” per acquistare un bene, ma per immergersi in un’esperienza piacevole, focalizzata sull’essere piuttosto che sull’avere.
L’Italia beneficia storicamente di questo fenomeno grazie ad un’offerta di eccellenza capace di valorizzare le tradizioni tipiche e i presidi locali, la forza del made in Italy e, allo stesso tempo, il fascino incantato (e spesso egregiamente recuperato) dei centri commerciali naturali, cioè i centri storici delle città (soprattutto se turistiche) con il “battito cardiaco” dei loro negozi.
La “Pasquetta in rosa” interpretata dai commercianti del centro storico di Bra – per la regia di Ascom Bra insieme ai Comitati di Via – mi fa pensare a tutto questo: a un effetto eco della Fiera di Pasquetta di piazza Giolitti – con la tradizionale Fiera Zootecnica e l’imperdibile grigliata di salsiccia – promulgato dai negozi per regalare a cittadini e turisti una “pink” shopping experience già intinta nella grande attesa della tappa del Giro d’Italia (18 maggio).
Un’iniziativa sulla rampa di lancio che è molto più di un invito all’acquisto: “Tenere aperto il negozio, per noi, equivale a dare un servizio alla nostra città, perché oggi Bra è una città turistica”. Non bisogna aggiungere molto altro alle parole di Tiziana della cappelleria pelletteria “F.lli Oberto” (vedi foto della notizia). Il pot pourri di storia, arte, cultura, tradizione, enogastronomia e natura non fa dello shopping una motivazione di serie B alla visita, anzi. Apre ad una riflessione sull’opportunità di valorizzare le politiche turistiche in questo senso.
D’altronde, la cifra del turista è di raggiungere una città per vivere un’esperienza unica, con la possibilità di portarsene “un pezzo” a casa per prolungare quell’effetto di magia e meraviglia che, sicuramente, non può arrivare dai cosiddetti negozi “paccotiglia” (ndr. di prodotti scadenti e poco attrattivi), ma vive della forza dell’artigianato locale e del commercio di qualità.
Cari big shopper, scaldate il passeggio perché, Tiziana da Bra, ci ricorda che “la meglio enogastronomia può finire anche in valigia”!