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Gonfiore addominale: un disturbo tra i più diffusi nella popolazione – Impronta Unika

Nella maggior parte dei casi, il gonfiore addominale è un disturbo banale associato ad errori alimentari e stile di vita: a causarlo possono essere alcuni cibi, bevande gassate, la cattiva abitudine di mangiare troppo in fretta, le gomme da masticare, il fumo, lo stress o l’ansia.

Il gonfiore addominale o meteorismo, è dovuto ad un’eccessiva produzione di gas nello stomaco o nel colon, l’ultima parte dell’intestino. Si tratta di un sintomo piuttosto comune nella nostra società che spesso si associa ad alterazione dell’alvo: stitichezza o diarrea, eruattazioni, flatulenza, crampi addominali.

Può manifestarsi per diverse cause, frequentemente passeggere, come un pasto troppo abbondante o ricco di grassi, l’abitudine a mangiare troppo velocemente, un eccessivo consumo di zuccheri semplici o alimenti particolarmente fermentescibili.

Fisiologicamente succede se si aumenta di peso oppure, nelle donne che soffrono di sindrome premestruale o per via dei cambiamenti legati alla menopausa. In alcuni casi, però, il meteorismo può essere segno di una patologia. Le più comuni sono l’IBS (Irritable Bowel Syndrome) o sindrome del colon irritabile, l’intolleranza al lattosio o al glutine (celiachia), l’abuso di farmaci soprattutto antinfiammatori, antibiotici o gastroprotettori.

Il gonfiore addominale e il corollario di sintomi associati possono essere anche dovuti a una disbiosi o, meglio, a un eccessivo o alterato tipo di batteri benefici nell’intestino tenue, anche conosciuto come SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth), cioè un’alterazione del microbiota. Ad aumentare il disturbo possono incorrere: stress psicofisico, abuso di alcol e fumo.

Cibi che gonfiano la pancia – Una dieta troppo ricca di alimenti ricchi di amidi, zuccheri, soprattutto fruttosio, e fibre può favorire il meteorismo. Gli approcci dietetici per ridurre questo disturbo variano a seconda delle problematiche personali, negli ultimi anni la dieta a basso contenuto di FodMap (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) viene proposta per svariati problemi gastro-intestinali. Si tratta di composti formati da piccole catene di carboidrati presenti in alcuni alimenti che, non essendo completamente assorbiti, causano fermentazione e problemi digestivi o intestinali. Questo tipo di dieta limita l’introito di cereali, alcuni tipi di ortaggi e frutta molto graditi ai batteri.

La sigla FodMap infatti sta per: oligosaccaridi fermentabili = formati da più di 2 zuccheri semplici, che si trovano in frumento, segale, legumi, vari frutti e verdure, aglio e cipolle; disaccaridi = formati da 2 zuccheri semplici come il lattosio contenuto in latte, yogurt e in percentuali inferiori nei formaggi a pasta morbida; monosaccaridi = formati da 1 zucchero semplice, soprattutto fruttosio che si trova nella frutta in particolar modo fichi, mango, more, litchi ma anche miele e succo d’agave; polioli = dolcificanti a basso contenuto calorico come quelli delle gomme senza zucchero, xilitolo, mannitolo, sorbitolo.

Anche sostanze che irritano la mucosa intestinale possono alterarne l’integrità, attenzione quindi a eccedere con caffeina, teobromina, teofillina e alcol. Durante le festività sono tante le occasioni per eccedere. A seconda della regione, la tradizione vuole che si cucinino i tanti piatti tipici di questo periodo, dagli antipasti ai dolci, tutti gustosi, ricchi di grassi e carboidrati e spesso accompagnati da diversi calici di vino. Nulla di più facile che ritrovarsi con la pancia gonfia.

Come eliminare la pancia gonfia – Escludendo una causa patologica, comprese le intolleranze a lattosio e glutine, il primo passo è semplice ma spesso sottovalutato: si deve mangiare lentamente masticando a lungo. Tutti lo sanno ma pochi lo mettono in pratica con la scusa della mancanza di tempo, così diventa automatico mangiare troppo velocemente.

Un altro consiglio importante è evitare di saltare i pasti, perché in questi casi, inevitabilmente, si tende a recuperare esagerando nel pasto successivo, spesso quello serale, momento in cui invece i fabbisogni energetici sono più bassi e la digestione è più lenta.

Inutile anche digiunare in vista di una grande festa: l’apparato digerente, infatti, deve comunque fare un lavoro superiore alla norma che lo sovraccarica e lo affatica. 

La pancia gonfia è favorita inoltre dall’aria ingerita con le bevande frizzanti o con i cibi che la inglobano, come i frullati e la panna montata. Molti pazienti presentano meteorismo se consumano la frutta a fine pasto: spesso si consiglia infatti di assumerla come spuntino proprio per ridurre la fermentazione degli zuccheri. Può essere opportuno anche evitare gli alimenti confezionati con i dolcificanti artificiali, che riducono le calorie ma aumentano il gonfiore. Molto utile, infine, è evitare la sedentarietà: una semplice camminata aiuta la peristalsi dell’apparato digerente e riduce il meteorismo.

L’importasnza dell’idratazione – L’acqua è essenziale per tutte le nostre funzioni compresa la digestione che, per essere ottimale, ne ha bisogno per produrre saliva, succhi gastrici, biliari e pancreatici. Meno acqua c’è a disposizione, più l’organismo è obbligato a prenderne dai vari distretti. Un pasto secco richiede più acqua di un pasto con alimenti brodosi o acquosi, come la verdura. Generalmente, uno o due bicchieri sorseggiati durante il pasto sono sufficienti per aiutare lo stomaco a svolgere la sua funzione. Il fabbisogno idrico giornaliero si aggira intorno ai 1.500-2.000 ml, quantità che può aumentare in caso di sudorazione abbondante.

Una buona idratazione è molto utile anche per mantenere l’intestino in salute e la regolarità dell’alvo. Una buona idratazione e adeguato apporto di fibra alimentare, soprattutto la solubile non fermentescibile, garantiscono la contrazione peristaltica di segmentazione e avanzamento delle feci riducendo i fenomeni di putrefazione e stitichezza. Un intestino più efficiente e meno irritato consente di ridurre notevolmente la sintomatologia legata al meteorismo.

Fonte: Irssc Humanitas Research Hospital

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