Arriva dai cardiologi piemontesi la proposta, prima in Italia, di utilizzo di farmaci ipolipemizzanti ed antitrombotici nella cura dei pazienti con PAD, vasculopatia delle arterie periferiche ed in particolare degli arti e del collo.
Si tratta di un importante cambiamento nell’approccio terapeutico di una malattia ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata, che è stato pubblicato in un recente studio su GIC, Giornale italiano di Cardiologia, e che è presentato per la prima volta a Torino dagli autori e responsabili scientifici di Change in Cardiology 3.0, il congresso che riunisce i principali rappresentanti della Cardiologia a livello nazionale e internazionale, al Centro Congressi del Lingotto di Torino, da giovedì 30 Marzo a sabato 1° Aprile 2023.
La PAD è una patologia che si presenta con comparsa di dolore alle gambe durante il cammino e che, se non diagnosticata in tempo, può comportare un alto rischio di amputazione, ictus e infarto. L’incidenza annuale di amputazioni si colloca tra 120 e 500 per milione (dato 2019). Soprattutto è un importante predittore di malattia coronarica. Diagnosticarla e curarla correttamente significa prevenire sia le complicanze di tale patologia, che lo sviluppo di gravi malattie cardiache.
La PAD colpisce 200 milioni di persone nel mondo e 40 milioni di persone in Europa. In Italia la prevalenza della malattia si attesta intorno al 10% nelle persone con età maggiore di 40 anni, con un incremento importante dopo i 65 anni, fino a raggiungere il 20% di incidenza per gli over 80. Una patologia sempre più diffusa negli ultimi dieci anni, con un aumento di casi di circa il 23%, in parallelo con la crescita del numero di pazienti diabetici, di fumatori e dell’invecchiamento della popolazione. Solo in Piemonte nel 2019 si registravano 380.000 casi.
I fattori di rischio più rilevanti per la PAD sono fumo, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia.
I dettagli del nuovo approccio farmacologico e del percorso di cura multidisciplinare sono descritti sul Giornale Italiano di Cardiologia, la principale rivista scientifica nazionale in ambito cardiologico, nell’articolo dal titolo Proposta di percorso diagnostico-terapeutico assistenziale della Regione Piemonte sulla terapia ipolipemizzante ed antitrombotica in pazienti con malattia delle arterie periferiche. Autori dello studio Giuseppe Patti, Direttore della Cattedra di Cardiologia, Università Piemonte Orientale e Direttore Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare, AOU Maggiore della Carità di Novara, e tra gli altri, Ferdinando Varbella, Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale di Rivoli – AslTo3 e Giuseppe Musumeci, Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale Mauriziano di Torino, organizzatori scientifici del congresso di Torino.
Sul tema è particolarmente atteso, durante il Congresso, l’intervento di Marc Bonaca, Vascular Medicine & Cardiology Doctor at University of Colorado, Denver (USA), venerdì 31 marzo, ore 15.10 Lipid lowering and dual pathway inhibition therapy in PAD.
“Il nuovo approccio farmacologico – spiega Giuseppe Patti, primo firmatario dello studio – è il cuore del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale per la PAD del Piemonte, unico in Italia e che potrebbe essere esportato in altre regioni. La Campania ha già dimostrato particolare attenzione al problema, formulando una propria ipotesi di percorso, che oggi la proposta piemontese integra con l’utilizzo dei farmaci antitrombotici e ipolipemizzanti”.
“La terapia ipolipemizzante aggressiva – aggiunge Giuseppe Musumeci – si è dimostrata efficace nel ridurre gli eventi cardiovascolari nei pazienti cardiopatici. Gli studi più recenti hanno evidenziato la sua efficacia sull’esito delle cure per i pazienti affetti da vasculopatie come la PAD, riducendo il rischio di eventi coronarici acuti e di eventi avversi vascolari drammatici come l’amputazione di arto”.
“Il Percorso di cura piemontese (Pdta) disegna un percorso di cura articolato che prevede, anche con l’ausilio della telemedicina, una stretta collaborazione ed un approccio combinato tra cardiologo e chirurgo vascolare – aggiunge Ferdinando Varbella – per il trattamento farmacologico dei pazienti con malattia delle arterie periferiche: una sinergia fondamentale per la cura della patologia e per la prevenzione di gravi eventi cardiaci in pazienti particolarmente esposti”.
Il Percorso di cura piemontese è già condiviso da cardiologi e chirurghi vascolari piemontesi, questi ultimi rappresentati dal Dott. Andrea Gaggiano (Direttore del Dipartimento Chirurgico dell’AO Mauriziano di Torino e Referente della rete piemontese dei chirurghi vascolari). Tale percorso si incardina in una stretta collaborazione nell’ambito delle malattie cardiovascolari che in Regione fa capo in particolare ad alcuni ospedali, punto di riferimento regionale per le cure cardiologiche: AOU Mauriziano di Torino, Ospedale di Rivoli-AslTo3, AOU San Luigi Gonzaga, che condividono dal 2021 un protocollo d’intesa per la gestione multidisciplinare delle malattie valvolari del cuore e delle vasculopatie come la PAD, e nel Piemonte orientale AOU Maggiore della Carità di Novara ed Ospedale di Biella – Asl Biella, anche in questo caso con un protocollo d’intesa condiviso.
Fra i molti temi trattati a Change 3.0, saranno presentate le più recenti tecniche di emodinamica ed elettrofisiologia che stanno cambiando radicalmente l’approccio al paziente cardiopatico, in linea con i più recenti sviluppi scientifici internazionali.
La tre giorni del Centro Congressi del Lingotto di Torino vedrà la presentazione di live cases dalle sale di cardiologia invasiva (emodinamica ed elettrofisiologia), oltre che dall’Ospedale Mauriziano di Torino e dall’Ospedale degli Infermi di Rivoli, per la prima volta anche dall’ospedale Maggiore di Novara, dall’ospedale Niguarda di Milano, dal Policlinico San Martino di Genova, dagli Ospedali Civili di Brescia e dalla Cardiologia Universitaria di Verona.
Tra questi spicca il primo intervento in Piemonte, e tra i primi in Italia, di ablazione della fibrillazione atriale mediante tecnica di “elettroporazione”, condotto all’Ospedale di Rivoli dalla equipe cardiologica dell’ASL TO3, diretta da Ferdinando Varbella. Questa tecnica consente di diminuire i tempi dell’intervento, i tempi di degenza e migliora l’efficacia delle cure. La fibrillazione atriale è uno dei principali motivi di accesso al pronto soccorso e riguarda la popolazione anziana, ma non solo.
Saranno presenti a Change in Cardiology 3.0 specialisti di fama internazionale, tra cui Dominick J. Angiolillo (USA), fra i massimi esperti di terapia antitrombotica, Marc Bonaca (USA) che è autore di uno studio su PAD ed Evolocumab, Masahiko Ochiai (Japan) riferimento internazionale per la disostruzione coronarica e Didier Tchetche (France), esperto di TAVI.