Il Consiglio europeo ha deciso di assegnare alla Bosnia-Erzegovina lo status ufficiale di Paese candidato a entrare nell’Unione europea. Ad annunciarlo è stato il presidente Charles Michel. L’assegnazione dello status di candidato all’ingresso nell’Unione alla Bosnia-Erzegovina è una decisione importante, che conferma la spinta all’allargamento dell’Unione già vista con l’assegnazione dello stesso status a Ucraina e Moldavia. «Il futuro dei Balcani occidentali è nell’Ue. Congratulazioni», ha scritto Michel.
Bosnia and Herzegovina was granted the status of candidate country today.
A strong signal to the people, but also a clear expectation for the new authorities to deliver on reforms.
The future of the Western Balkans is in the #EU
Congratulations!#EUCO pic.twitter.com/1TUWlGlNPu
— Charles Michel (@CharlesMichel) December 15, 2022
Per ora, come sempre, la decisione ha valore simbolico. Per entrare nell’Unione, infatti, serve che il governo del Paese candidato approvi riforme economiche e istituzionali molto complesse adeguando le proprie leggi nazionali agli standard richiesti dall’Ue. È un processo che richiede molti anni. La Bosnia-Erzegovina si unirà quindi agli altri Paesi attualmente candidati all’ingresso nell’Unione: Albania, Ucraina, Moldavia, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia.
La Bosnia-Erzegovina aveva fatto domanda per l’ingresso nell’Unione nel 2016. Lo scorso ottobre, la Commissione europea aveva raccomandato l’assegnazione dello status di candidato. La decisione del Consiglio europeo dovrà ora essere formalizzata dal Consiglio dell’Unione Europea, l’organo composto dai governi dei Paesi membri che detiene il potere legislativo dell’Unione europea insieme al Parlamento.
«Il riconoscimento dello status di candidato alla Bosnia-Erzegovina da parte del Consiglio europeo è un segnale molto positivo. Un riconoscimento del nostro instancabile impegno al fianco di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Il posto della Bosnia è nell’Unione europea», ha twittato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.