“Le prescrivo uno spettacolo teatrale”. La prima nazione a offrire questa opportunità è stata il Regno Unito, a metà degli anni Novanta, quando ai medici di base fu consentito di integrare le loro prescrizioni terapeutiche (soprattutto farmacologiche) con altre, di natura differente. E cosa ha fatto la differenza? Precisamente una “ricetta culturale”: si va dalla pittura al collage, dal canto alla biblioterapia, dalle pièces di teatro alle visite a musei o gallerie, ai concerti.
Da lì, il modello si è poi esteso a decine di Paesi sensibilizzando i rispettivi sistemi sanitari ad accogliere positivamente questa modalità di prevenzione e cura “vantaggiosa”, laddove possibile, in virtù dei benefici generati da tali pratiche in termini di motivazione personale, interazioni sociali e aumento dell’autostima.
Facendo una revisione rapida della letteratura scientifica pubblicata tra il 2010 e il 2020, sono molto gli studi che documentano gli effetti positivi sul benessere e la salute mentale di coloro che hanno preso parte a questi programmi in relazione a diversi parametri: aumento di energia e gioia di vivere, miglioramento delle relazioni sociali e perfino delle proprie competenze.
Una sintesi autorevole di questi risultati è stata pubblicata a fine 2019 su commissione dell’O, “La cultura ci cura”, come asserisce anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità accreditando la relazione virtuosa tra cultura e salute. Ma, in fondo, lo sapevamo già: il bello, in qualunque forma, ci fa stare bene. “In occasione della Pasqua, abbiamo voluto fare un regalo di salute alla città partendo dal valore curativo di una serata a teatro – sottolinea Luigi Barbero, direttore di Ascom Bra – Produrre salute è il nostro nuovo comandamento e vale per tutti, cioè persone con patologia e non. Sappiamo bene che il benessere è il risultato finale di molti addendi che vanno dalle caratteristiche biologiche di ciascuno, allo stile di vita e di socialità, fino ad arrivare alle influenze determinate da fattori socio-economici, culturali e ambientali”. Sull’onda del leader della Confcommercio braidese, una serata a teatro può diventare un tassello di un puzzle più grande, quello del Welfare Culturale, strettamente imparentato con la prevenzione primaria delle malattie e la promozione di comportamenti salutari. “Il quadro della salute globale ci stimola fortemente ad affrontare i bisogni di benessere di ogni persona, se in non proprio in modo olistico, almeno integrato – prosegue Barbero – cercando di incidere positivamente sui fattori esterni che possono promuoverla e tutelarla”.
Questa “ricetta per spettacolo teatrale” rientra effettivamente in un progetto incardinato da mesi, che ha già fatto delle piazze culturali un suo leit-motiv: la Maratona “Per Elisa”, la maxi Charity a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo con cui il Gruppo Ascom Bra vuole trasformare il ricordo della tecnologa alimentare e dipendente Elisa Raspino in una nuova pagina di health literacy (ndr. l’alfabetizzazione alla salute), proprio in continuità con il testo “Al di là del traguardo” firmato dalla giovane doglianese deceduta lo scorso agosto a seguito di una lunga malattia.
Se la partecipazione ad esperienze culturali è dunque in grado di promuovere un benessere a livello comunitario, la Comunità Europea ha presentato il primo report di “CultureForHealth”, il progetto di ricerca finanziato come azione preparatoria all’orientamento di politiche culturali e sanitarie integrate per rispondere alle nuove sfide di salute. Tra i tanti punti sollevati dal rapporto finale emerge, per esempio, come la cultura si sia dimostrata efficace anche nel fronteggiare la crisi scatenata dalla pandemia del Covid-19 grazie ad attività artistiche che hanno saputo controbilanciare gli effetti negativi dell’isolamento sociale, riducendo l’ansia e favorendo la regolazione emotiva. Inoltre, tra le innovazioni a favore della salute e del benessere, l’attività fisica costante e una vita culturale ricca sono annoverate tra i fattori determinanti di prevenzione e invecchiamento attivo.
Commenta Barbero: “L’attenzione del nostro Gruppo alle Medical Humanities, unitamente alla collaborazione con il mondo della ricerca sanitaria e universitaria, ci dà strumenti e competenze per progettare nuove risposte a bisogni specifici di salute, benessere, inclusione ed empowerment, maturando una nuova visione della salute che punta a massimizzare i fattori dello stare bene (salutogenesi), oltre a minimizzare quelli di rischio”.
Nella serata di venerdì 14 aprile, sarà proprio lo spettacolo “Io, Alfredo e Valentina” – interpretato dalla compagnia teatrale “Ël Fornel – Giovanni Clerico” di Racconigi – ad aiutare il pubblico a far innalzare i livelli di serotonina e a dare una bella spallata agli ormoni dello stress.
La commedia comica in due atti di Oresta De Santis, con adattamento e regia di Germano Giachino e traduzione in dialetto piemontese di Giovanni Cravero, porterà alla ribalta il tema della diversità tra colpi di scena e momenti di alto umorismo.
Conclude Barbero: “Se la costruzione di un sistema di Welfare Culturale è un traguardo ambizioso, sicuramente parte da singole tappe accomunate da una visione più grande. L’Agenda Europea della Cultura 2030 va in questa direzione e indica i crossover culturali tra benessere e coesione sociale come l’accento sull’economia della cura”. Non a caso, i vecchi saggi ci raccontano che il corpo umano si tiene in equilibrio con la felicità. Allora, al “bicchiere di vino con un panino” dello storico repertorio di Albano & Romina aggiungiamo, magari, un’accoppiata di poltrone all’auditorium BPER Bra.