Renata Capotorti, madre della giornalista Graziella De Palo, ha scritto una lettera con cui chiede alla premier Giorgia Meloni la verità sulla morte di sua figlia. Meloni le ha risposto oggi sul Corriere della Sera promettendo il suo impegno per far emergere come sono andati i fatti. De Palo è scomparsa a Beirut assieme al collega Italo Toni il 2 settembre 1980. Scrive Meloni: «Sua figlia Graziella avrebbe potuto essere mia figlia, appassionata del suo lavoro si recò in Libano, allora giovanissima, alla ricerca di notizie utili all’inchiesta che stava realizzando, insieme al collega Italo Toni, pochi giorni dopo la strage di Bologna. Era il periodo più buio della nostra Repubblica, al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, erano seguiti attentati, omicidi e stragi».
Renata Capotorti e la premier
E poi: «Ho dato disposizione al sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega ai Servizi, di far completare la desecretazione dei documenti restanti, pur se non direttamente collegati alla scomparsa medesima: essi costituiscono la cornice in cui la vicenda si inserisce, con particolare riferimento ai rapporti intrattenuti all’epoca fra Italia e OLP. Si tratta comunque di atti già a disposizione dell’autorità giudiziaria, che dal 2019 ha ripreso le indagini sul caso».
Infine: «Sono trascorsi 42 anni: un tempo sufficiente per guardare al passato con più equilibrio e serenità, provando a costruire una coesione istituzionale su temi complessi ma ineludibili. Quell’estate del 1980 la Sua Graziella aveva solo 24 anni. Una giovane giornalista con la passione per la verità. Per Lei e per i Suoi familiari, per la nostra stessa comunità, dovremmo coltivare quella stessa passione».
Chi era Graziella De Palo
Graziella De Palo, figlia del capitano dei carabinieri Vincenzo, comincia a lavorare all’agenzia di stampa Notizie Radicali. Lì conosce e si lega a Italo Toni. Nel 1980 arriva l’assunzione a Paese Sera con la richiesta di seguire le inchieste sui servizi segreti. Il 22 agosto De Palo parte con Toni per Damasco in Siria. La seconda tappa è il Libano e i campi profughi palestinesi. Il viaggio lo organizza il rappresentante dell’OLP a Roma Nemer Hammad. Il primo settembre i due vanno all’ambasciata italiana a Beirut. Comunicano di voler andare al Castello di Beaufort e se entro tre giorni non dovessero tornare chiedono di essere cercati dall’ambasciata. La mattina dopo i due scompaiono nel nulla.
Leggi anche:
- Manovra, Meloni tira dritto: «Cambieremo il bonus 18App. E sui pagamenti in contanti l’Ue ci dà ragione» – Il video
- Così Giorgia Meloni cambierà i tecnici del Pnrr: «Hanno fallito gli obiettivi»
- L’appello al governo di Andrea Costantino, bloccato da mesi ad Abu Dhabi: «Io sepolto vivo in ambasciata, intervenga Meloni»