È verosimile che a determinare le dimissioni di Elide Azzan, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce-Carle, ci siano ragioni personali.
Tuttavia, non sono sufficienti a motivare un gesto così eclatante proprio nel momento in cui è scattata la corsa contro il tempo sul cronoprogramma della realizzazione del nuovo ospedale di Cuneo.
Il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, avrebbero volentieri fatto a meno di dover mettere mano alla sua sostituzione a un anno dal rinnovo del Consiglio regionale.
Il problema tocca nell’immediato Cuneo, ma riguarda – a ben vedere – tutti i nuovi ospedali che la Giunta regionale ha annunciato di voler costruire ex novo sul territorio piemontese. Strutture sanitarie che sono state annunciate con enfasi, ma di cui finora si è visto poco o nulla.
A maggior ragione poi i problemi sorgono là dove – come in questo caso – si prevede l’apertura ai privati per la loro costruzione. I progetti dovrebbero essere redatti dagli uffici tecnici interni, che paiono però non essere adeguatamente strutturati per procedere. Aspetti questi che forse non sono stati valutati nella loro giusta portata dal livello politico e che rischiano di restare al palo se non si interviene tempestivamente apportando i necessari e dovuti correttivi.
Cirio e Icardi sono entrambi cuneesi – anzi albesi a voler essere precisi – e ciò comporta per loro un supplemento di attenzione, sapendo che sarà proprio la sanità uno dei temi dominanti della prossima campagna elettorale. Possibile, mancando appunto appena un anno alle votazioni, che vogliano affidarsi a un commissario, anzichè nominare un nuovo direttore generale, per sostituire la Azzan.
Ma chi è quel manager che si accollerà un impegno così oneroso senza avere adeguate garanzie? L’ipotesi che circola è quella dell’attuale direttore generale dell’Asl Cn1, Giuseppe Guerra, uomo che gode di buoni uffici presso l’assessorato retto da Icardi.
Guerra deve però già occuparsi del nuovo ospedale del quadrante Nord-Ovest Savigliano-Saluzzo-Fossano. E anche qui i nodi da sciogliere non mancano.
Per lui – nell’eventualità di un nuovo incarico – si tratterebbe di un impegno titanico, cui dovrebbe far fronte con la stessa struttura tecnica che ha messo in crisi la collega dell’Aso.
In ultima analisi la patata bollente è nelle mani di Cirio e Icardi: una bella gatta da pelare, considerando che da Cuneo le minoranze annunciano un “cannoneggiamento mai visto e senza risparmio di munizioni”.
Dal fronte della politica regionale, le opposizioni di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non sono da meno: hanno già lanciato i primi siluri.
Se finora si è trattato di scaramucce, la battaglia ora si annuncia pesante.
Dobbiamo aspettarci un “autunno caldo” per quanto riguarda la sanità piemontese, di cui il “caso Cuneo” è solo un primo assaggio.