Ci scrive Nicoletta Beltrame, OSS: “in psichiatria non è tutto oro quel che luccica, noi Operatrici e le Infermieri ci sentiamo abbandonate”.
Carissimo Direttore,
segnalo mie personali osservazioni in relazione al convegno dell’OPI di Brindisi sullo stigma in Psichiatria.
Sono un OSS che lavora con pazienti psichiatrici presso una struttura in provincia di Imperia e ho anche un figlio con disturbo mentale che vive con me.
Purtroppo ho constatato che il centro di salute mentale è poco efficiente nel seguire i pazienti. Mio figlio in 5 anni ha avuto solo due colloqui con la psichiatra; l’ultimo colloquio è stato possibile perché ho segnalato la problematica all’ASL; la psichiatra ha ascoltato mio figlio con tanto risentimento; mio figlio vorrebbe cambiare medico ma sembra una cosa inattuabile.
Ora vorrei parlare del posto di lavoro: gli OSS non sono stati adeguatamente formati per svolgere il proprio dovere; non ci sono aggiornamenti periodici; i pazienti non hanno “animatrici” (se non per due volte a settimana per poche ore) o educatori. Un educatore che ci supporti e uno psichiatra ci sono un volta a settimana, per 4 ore, su un totale di circa 25 pazienti.
Sia noi che le Infermiere ci sentiamo lasciate sole.
Grazie.
Nicoletta Beltrame, OSS
Leggi anche:
Lo stigma in Psichiatria e le competenze dell’Infermiere in ambito territoriale e ospedaliero.
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