Ci scrive Pasquale Brandi, Medico: “il Servizio 118 si incammina verso il collasso per politiche scellerate”.
Egr. Direttore,
non ci siamo proprio, il sistema emergenza territoriale si incammina verso il collasso, difronte all’indifferenza più totale.
Il risultato di politiche sbagliate con tagli e disincentivi verso la categoria del 118.
Queste scelte scellerate dei politici e sindacato di maggioranza, hanno contribuito a mantenere nel limbo un’intero comparto. Tutte le attese di molti medici appassionati di questo settore sono state volute in modo sistematico disattese. Bene, elenchiamole alcune principali come cause fondanti dell’attuale fallimento dell emergenza territoriale.
Primo di tutto è il fatto di mantenere gli operatori, soprattutto i medici del 118, in un contratto da precari perenni, sino alla soglia della loro pensione. Senza TFR, niente tredicesima, nessun riconoscimento di parenti con la 104. Senza dignità.
Questi medici precari hanno un sogno: in una sola parola la DIPENDENZA.
La messa a ruolo di queste persone che attualmente stanchi e demotivati viene negata, anche un avanzamento di carriera nel loro ambito.
Bistrattati e derisi da vane promesse, prima vezzeggiati come eroi nel periodo COVID-19 per poi distribuire incentivi a destra e manca, a tutti i comparti perfino agli amministrativi che non vedevano realmente i pazienti con tutti i loro Weekend liberi. Mentre guarda caso venivano puntualmente
esclusi i medici del 118, questa è la politica del bel paese.
Medici 118 invece a tu per tu con i pazienti COVID-19 come TITANI in guerra a fronteggiare ammalarsi e persino morire, puntualmente poi dimenticati.
Zero incentivi, zero riconoscimenti persino dal Presidente della Republica che ha elogiato ricordo il volontariato omettendo infermieri e medici nel loro arduo compito da eroi Nazionali.
In effetti questi ultimi sono solo precari, una sotto specie di persone che si ritroveranno una pensione da metalmeccanici con doveroso rispetto verso quest’ultimi.
Molti di questi medici appassionati, innamorati di questa disciplina, sono stati costretti a lasciare controvoglia in uno stato di necessità verso lavori più remunerati.
Il territorio langue con mancanza di medici a sufficienza.
Andiamo al CUORE del problema. La maggioranza delle persone prima della penuria dei medici dal territorio venivano trattate a casa una volta visitate. Va da sé che il novanta per cento, ossia la maggioranza dei malori, ovvero malattie che possono essere trattati tranquillamente a casa e così venivano lasciate nelle loro dimore.
Questo succedeva molto prima. Adesso invece la voluta e programmata fuga di medici dal territorio spinge le persone ad affollare i proto soccorsi fino al collasso.
Questo dimostra che le case di continuità non assolvono in pieno, e speravano forse di mettete in soffitta il 118.
Rimane in realtà a mio avviso l’unica alternativa funzionale, il 118 cuore all’occhiello che è sempre stato e cosi sarà, si occupa della popolazione spesso meno ambiente e più bisognosa.
Pasquale Brandi, Medico
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