PASQUETTA Per riconnettersi con la natura in occasione delle festività pasquali e, perché no, godersi il tradizionale picnic all’aria aperta del giorno dell’Angelo senza tralasciare storia e arte, non c’è niente di meglio che pianificare una passeggiata in Val Pesio. Dal complesso della certosa omonima, raggiungibile comodamente in auto, infatti, parte un percorso ad anello molto facile, ben segnalato e alternativo alla strada asfaltata che, passando in mezzo al bosco, arriva fino al rifugio di Pian delle Gorre percorrendo, in totale, una distanza di 9 chilometri. Questa zona fa parte del parco naturale del Marguareis, un’area naturale protetta del Piemonte che copre, oltre a una parte della valle anche una porzione dei monti dove scorre il Tanaro.
Davanti alla certosa di Pesio c’è un ampio piazzale dove si può parcheggiare l’auto. Prima di iniziare la passeggiata, o al ritorno, è consigliata una visita al complesso religioso, aperto e visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 18.30. Situata a 859 metri sul livello del mare, il complesso di Santa Maria venne fondato attorno al 1173, il terzo costruito in Italia dai seguaci di san Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini. Al suo interno si può percorrere un lungo porticato, osservare l’ampio chiostro avvolto dai suoni della natura e visitare la cappella del priore: un piccolo locale con decorazioni affrescate da scene religiose e finte prospettive risalente al XVIII secolo.
Costeggiando il muro di cinta della certosa si imbocca un sentiero: si lascia così alla destra la strada asfaltata che porta a Pian delle Gorre. Dopo circa 200 metri si svolta a destra su un ponte di legno, realizzato sopra il rio che scende dal Vallone del Cavallo: più oltre si devono seguire le indicazioni per il sentiero naturalistico. Superati i ruderi di un edificio in pietra ci si addentra nel bosco dove si incontrano castagni, faggi e aceri, in un percorso abbastanza pianeggiante. Il sentiero raggiunge la strada asfaltata all’altezza di un’area picnic dove, nei pressi della fontana Dompè, ricomincia la strada sterrata nel bosco.
A questa altezza inizia un altro percorso molto suggestivo, inaugurato nel 2019: il Lændemic art, un’iniziativa nata per valorizzazione il paesaggio e le risorse ambientali del territorio, unendo arte e natura senza modificare gli habitat. In questo tratto del sentiero naturalistico sono state installate opere artistiche realizzate con legno, pietra e rami reperiti sul posto, destinate quindi a “biodegradarsi” con lo scorrere del tempo, ritornando alla loro condizione naturale. Il tragitto, scendendo, raggiunge la sede operativa del parco naturale del Marguareis e attraversa il torrente di Pesio su un ampio ponte in legno, che porta ai piedi del villaggio d’Ardua, un piccolo centro abitato abbracciato, durante l’inverno da consistenti nevicate. Se i fiocchi resistono fino a primavera, partendo dal piccolo concentrico, si organizzano ciaspolate di gruppo.
Da qui il sentiero si biforca: a destra si prosegue per l’osservatorio faunistico delle Canavere, a sinistra per Pian delle Gorre. Se si decide di fare una tappa al primo, con un po’ di fortuna, si possono vedere cervi e caprioli. Se, invece, si vuole raggiungere subito il rifugio si prosegue con il sentiero nel vallone del Saut, arrivando all’impluvio. Qui si incontra un altro bivio: la pista prosegue a destra, mentre andando a sinistra si passa il torrente, su un ponte carrabile in legno. Una comoda mulattiera giunge in breve a Pian delle Gorre, dove si trova l’omonimo rifugio, a 1.032 metri di quota. A questo punto, se la stagione lo permette, ci si può rilassare nell’ampio prato contornato dagli abeti, fare un picnic nell’area attrezzata oppure optare per un buon piatto caldo nel ristorante della struttura.
Dopo un buon pranzo e un po’ di relax all’aria aperta si può ripercorrere al contrario il tragitto naturalistico per ritornare alla certosa, oppure scegliere quello asfaltato un po’ più breve ma meno suggestivo. Altrimenti, per chi non è ancora stanco, da Pian delle Gorre si possono raggiungere in non più di mezz’ora le cascate del Saut, dove, da un comodo balcone di legno, si può godere uno spettacolo naturale.
Giorgia De Carolis