“No allo stop della pesca a strascico nel 2030, portare invece avanti percorso della Politica comune su quest’ultima , anche sfruttando le nuove tecniche per una maggiore sostenibilità della stessa, attuando interventi che rendano questo processo di transizione economicamente sostenibile per le imprese”.
Lo ha chiesto ieri, giovedì 30 marzo, il Senatore piemontese della Lega, Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Attività produttive del Senato, nel corso dell’audizione del Commissario europeo per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius di fronte alle Commissioni congiunte.
Il Senatore della Lega ha affermato: “Con il Piano di Azione la Commissione europea si sta spostando su azioni di protezione dell’ambiente, con il rischio di inficiare il lavoro fino ad oggi portato avanti con la PCP”.
Ancora Bergesio: “L’obiettivo di una graduale eliminazione della pesca a strascico da tutti i Siti di Interesse comunitario/Natura 2000 colpisce il settore che in Europa contribuisce per il 25% agli sbarchi di prodotto ittico e per il 38% dei ricavi, con 7.000 imbarcazioni. Di queste 2.088 sono italiane e sbarcano il 33% del prodotto ittico italiano per un valore pari al 46% del fatturato totale. Ricordo a questo proposito che la domanda che non viene soddisfatta dal prodotto nazionale viene ovviamente colmata dal prodotto importato da Paesi che non hanno le nostre stesse regole in materia ambientale, di sicurezza, di lavoro”.
“La proposta di eliminazione graduale avanzata dal Piano non lascia spazi di mediazione, salvo che imporre la cessazione della pesca a strascico, con rilevanti ricadute a danno delle imprese nazionali, criminalizzando un intero settore. Chiediamo invece all’UE la possibilità di sfruttare le novità ingegneristiche per una gestione sostenibile della pesca e per tutelare le migliaia di imprese che operano nel settore”, ha concluso il Senatore Bergesio.