Covid e influenza, ma anche problemi sociali. Sugli ospedali del Piemonte si è abbattuta una “tempesta perfetta”, con un risultato tanto ovvio quanto spiacevole: i pronto soccorso sono al collasso, con pazienti in attesa per giorni di un letto in reparto.
Ed è proprio per superare l’emergenza che la Regione Piemonte ha pensato a un piano straordinario di intervento strutturato in tre fasi: azioni immediate, a medio e a lungo termine. I pilastri per superare la prima fase? Collaborazione con strutture private e Rsa.
Le azioni immediate
L’incremento dei posti letto infatti sarà possibile con dimissioni protette e posti di sollievo nei Caos e nelle Rsa. Verranno inoltre attivati posti aggiuntivi in strutture accreditate, private e di lungo degenza. Ma non solo: previsto un incremento del 10% dei posti nei reparti.
Sempre nell’immediato, verrà creata una task force medica dedicata nel weekend per la notifica degli inserimenti in strutture extraospedaliere, oltre all’ampliamento della fascia oraria dei ricoveri dal pronto soccorso. Tra fine dicembre e inizio gennaio, verrà poi ottimizzata la gestione con monitoraggi e, soprattutto, si procederà al potenziamento del personale con concorsi banditi da Azienda Zero per il reclutamento di medici, oss e infermieri.
Monitoraggio dell’influenza a Torino Nord
Tra le novità presentate, la sperimentazione del monitoraggio a domicilio dei pazienti con sindrome influenzale, che verrà avviato nell’area di Torino Nord. Un’azione che dovrebbe permettere di diminuire l’accesso improprio ai pronto soccorso, garantendo però una continuità di cura ai soggetti deboli e fragili. I cittadini verranno indirizzati alla centrale di emergenze infettive del Dirmei per un automonitoraggio, presa in carico, valutazione terapeutica e possibilità del consulto medico.
Le azioni a medio e lungo termine
Per non incappare più nel problema, verrà inoltre creata una cabina di regia. Sul sito di Azienda Zero, inoltre, si potrà consultare in tempo reale il numero di persone presenti e in attesa nei pronto soccorso del territorio.Inevitabile poi, ma solo sul lungo periodo, potenziare le strutture di edilizia sanitaria, con 29 ospedali di comunità, 91 case di comunità e 8 nuovi ospedali. Azioni strutturali a cui sarà poi indispensabile potenziare il personal e la medicina di territorio.
Cirio: “Lavoriamo a testa basa”
Ad analizzare la crisi che ha colpito i pronto soccorso del Piemonte, il presidente della Regione Alberto Cirio: “I motivi sono da ricercarsi nell’impoverimento della sanità pubblica a cui abbiamo assistito negli ultimi 15 anni. Il Covid ha evidenziato questo, ma per la prima volta da quindici anni a questa parte si presenta straordinario”.”Dobbiamo dare una sanità umana, attenta, che prenda per mano le persone e dia loro attenzioni che a volte la struttura pubblica non riesce a dare. Dobbiamo risolvere in pochi mesi problemi che si sono creati in 20 anni di incuria: lavoriamo a testa bassa, così abbiamo vinto il Covid e cosi supereremo il problema dei pronto soccorso” ha concluso il Governatore.
“Attualmente è in corso una tempesta perfetta: Covid, con 700 ricoveri, influenza anticipata e tanti casi sociali che accedono impropriamente al pronto soccorso. Oggi i pronto soccorso hanno purtroppo una funzione costretta di risoluzione di parecchi problemi sociali” ha invece spiegato Luigi Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, che ha anche ribadito come a gennaio verrà presentata una proposta di legge per portare a 100 euro il compenso orario per i dipendenti regionali nei pronto soccorso, al fine di frenare l’abuso delle cooperative che tengono la Regione sotto scacco.