Fra ideologia e “rispetto” per i cittadini meno acculturati, Rampelli difende la sua legge per tutelare l’italiano: “Identità ed accesso a tutti”
di Giampiero Casoni Pubblicato il
Fabio Rampelli difende la sua legge per tutelare l’italiano: “Identità ed accesso a tutti”. Il vicepresidente della Camera parla ad Omnibus e spiega che non sono previste contravvenzioni. E spiega: “Non è (solo) una questione identitaria, ma anche di accessibilità per tutti i cittadini”. Rampelli dice che le multe fino a 100mila euro non sono per le persone, ma per aziende e pubbliche amministrazioni. “Mi fa piacere che si sia parlato tanto della mia proposta di legge per la tutela della lingua italiana, mi fa sorridere che nessuno l’abbia letta”.
Rampelli difende la sua legge sull’italiano
“Non c’è nessuna contravvenzione per le persone, che mantengono in pieno la loro libertà di esprimersi nella lingua che vogliono. C’è una multa, ma è indirizzata alla pubblica amministrazione”. E ancora: “Si ispira a una legge francese, diciotto nazioni su ventisette in Europa hanno la difesa della lingua in Costituzione”. Poi ha chiarito ancora: “La mia legge dice che le pubbliche amministrazioni, lo Stato, le società partecipate, gli enti pubblici e privati che operano commercialmente in Italia, le grandi multinazionali, sono tenute a utilizzare in Italia la lingua italiana“.
“Ideologia? Certo, ma non è centrale”
Nessuna ideologia dunque? Certo che si, ma non è centrale: “Non solo per una questione di tipo identitario, che pure c’è, perché io penso che la cultura italiana vada difesa. Ma perché c’è una vocazione sociale in questa legge, buona parte degli italiani, come anziani e persone che non hanno concluso gli studi, non può essere esclusa, ci deve essere un diritto di comprensione rispetto a quello che accade in Italia”.