All’Hotel Corallo di Riccione sono stati premiati Nicola Bressan, Vito Greco, Annamaria Pane, Albert Lavorgna, Andrè Senoner, Salvatore Trapanese, Giulio Galano, Pietro Roberto Montone. Rinnovate le cariche di Solidus
All’Hotel Corallo di Riccione sono stati premiati Nicola Bressan, Vito Greco, Annamaria Pane, Albert Lavorgna, Andrè Senoner, Salvatore Trapanese, Giulio Galano, Pietro Roberto Montone. Rinnovate le cariche di Solidus
Il presidente nazionale di Solidus, Francesco Guidugli, insieme ai presidenti nazionali delle associazioni professionali del mondo alberghiero italiano che aderiscono a Solidus, ha consegnato i premi agli 8 professionisti che si sono distinti maggiormente nell’anno che sta per volgere al termine.
I “Professionisti dell’anno 2022” di Solidus
I “Professionisti dell’anno 2022” di Solidus sono: Nicola Bressan, bar manager, Abi Professional (Associazione italiana barmen); Vito Greco, direttore esecutivo generale Hotel e Residence Heraclea di Policoro (Mt), Ada (Associazione direttori d’albergo); Annamaria Pane, executive houskeeper Massa Lubrense Villa Fiorella Art Hotel (Na), Aih (Associazione italiana housekeeper); Albert Lavorgna, general manager Hotel President (Lignano Sabbiadoro, Ud), Aira (Associazione italiana ricettività e accoglienza); Andrè Senoner, wine & beverage consultant, Ais (Associazione italiana sommelier); Salvatore Trapanese, banqueting manager, Amira (Associazione maître italiani ristoranti e alberghi); Giulio Galano, presidente Le Chiavi d’Oro Campania, Faipa; Pietro Roberto Montone, presidente nazionale vicario Fic (Federazione italiana cuochi).
La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 2 dicembre all’Hotel Corallo di Riccione. La “Wall of Fame” di Solidus risale al 2004, quando furono nominati i primi Professionisti dell’anno. La manifestazione, arrivata alla 19ª edizione, vanta la nomina di oltre 150 professionisti in rappresentanza dell’intero universo dell’accoglienza e dell’ospitalità italiana che dà lavoro a circa 2 milioni di nostri concittadini e incide, in maniera diretta e indiretta, su un quarto del Pil (prodotto interno lordo) italiano.
Solidus rappresenta 58mila professionisti che appartengono ad un mondo del lavoro estremamente articolato quanto complesso, che si focalizza sulla capacità di accogliere e ospitare circa 450 milioni di presenze l’anno provenienti sia dall’Italia che dai cinque continenti.
La cerimonia di premiazione si è tenuta all’Hotel Corallo di Riccione
Francesco Guidugli riconfermato alla presidenza di Solidus
Nella stessa occasione il consiglio delle associazioni di Solidus si è riunito per il rinnovo delle cariche sociali: Francesco Guidugli e Renato Andreoletti sono stati confermati per il triennio 2022-25 rispettivamente nei ruoli di presidente nazionale e segretario nazionale Solidus. Tutti i presidenti delle associazioni aderenti a Solidus ne sono anche vicepresidenti. Ogni associazione ha nominato anche due ulteriori rappresentanti nel Consiglio direttivo di Solidus.
Tavola rotonda sul tema del turismo come futuro dell’Italia
Il giorno seguente, il 3 dicembre, nella sala riunioni dell’Hotel Corallo di Riccione, si è svolto il convegno “Il turismo è il futuro dell’Italia: i professionisti dell’ospitalità ambasciatori di uno stile di vita vincente”. Al tavolo dei relatori: Francesco Guidugli, presidente nazionale Solidus; Renato Andreoletti, segretario nazionale Solidus; Bernardo Ferro, presidente nazionale Abi; Alessandro D’Andrea, presidente nazionale Ada; Margherita Zambuco, presidente nazionale Aih; Luciano Manunta, presidente nazionale Aira; Nicola Bonera, consigliere nazionale Ais; Valerio Beltrami, presidente nazionale Amira; Mauro Di Maio, presidente nazionale Le Chiavi d’Oro Faipa; Pietro Roberto Montone, vicepresidente vicario Fic.
Ecco, in sintesi, ciò che è emerso nel corso del dibattito.
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Turismo in ripresa dopo la pandemia
La pandemia di Covid ha provocato un blocco dei flussi turistici nel 2020, con un crollo del 70% a livello planetario. Dopo una iniziale ripresa nel 2021, il 2022 ha messo a segno ottimi risultati: in Italia a fine anno raggiungeremo oltre il 90% dei numeri e del fatturato del 2019 dimostrando una resistenza del fenomeno (la famosa resilienza) a livello nazionale come a livello planetario, che tornerà a macinare i record che lo hanno caratterizzato negli ultimi 72 anni, dai 25 milioni di viaggiatori internazionali del 1950 diventati 1,4 miliardi nel 2019 con la prospettiva assai concreta di raggiungere quota 1,6 miliardi entro un paio di anni.
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Il peso economico del comparto turistico
Il turismo è diventato il terzo comparto economico del pianeta, strategico sia per i Paesi più sviluppati che per quelli in via di sviluppo. L’Italia è tra i primi cinque Paesi al mondo superata solo da due continenti (Cina e Stati Uniti) e da altri due Paesi europei (Spagna e Francia). Dal 2011 al 2019 il solo incoming in Italia è salito da 30 miliardi di euro a 44,5 miliardi di euro, con un costante incremento mentre l’economia complessiva del nostro Paese continuava a ristagnare. Grazie al suo costante surplus (la differenza tra ciò che gli ospiti stranieri spendono in Italia e ciò che gli italiani spendono per andare all’estero come turisti), il turismo italiano finanzia la nostra bilancia commerciale con decine di miliardi di euro ogni anno, da sempre e in particolare da almeno 40 anni.
L’intervento di Francesco Guidugli, presidente nazionale di Solidus
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Lo stile di vita italiano come elemento attrattivo per il turismo
L’industria dell’accoglienza e dell’ospitalità italiana va inquadrata nel più generale, fantastico fenomeno dello stile di vita italiano che attira in Italia un numero crescente di ospiti da tutto il mondo e alimenta le nostre esportazioni di moda, design, enogastronomia, sport, musica, cultura. In questo senso non solo l’industria dell’ospitalità fa parte della parte più dinamica e vincente del nostro Paese, soprattutto svolge un ruolo strategico nel radicamento degli italiani sul loro territorio: è grazie al turismo che centinaia di comuni piccoli, piccolissimi e medio grandi della fascia costiera, di quella montana, della dorsale appenninica vivono e prosperano. Senza il turismo l’Italia non solo sarebbe più povera, soprattutto molta parte della penisola sarebbe ridotta a un deserto sociale e demografico.
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Il valore del nostro patrimonio storico e culturale
Il turismo in Italia si è sviluppato in parallelo al miracolo economico industriale che ha trasformato l’Italia da Paese povero, condannato all’emigrazione di decine di milioni di nostri connazionali, in uno dei Paesi più ricchi del pianeta, con l’istruzione obbligatoria per tutti i cittadini italiani e una sanità nazionale gratuita e universale, conquiste inimmaginabili per i nostri nonni e bisnonni di solo un secolo fa.
L’industria dell’ospitalità si è avvalsa di una cultura dell’accoglienza che in Italia è universale perché è il frutto migliore della nostra storia, fatta di continue invasioni e immigrazioni di popoli di tutto il pianeta, che hanno dato vita a un piccolo continente di soli 300mila chilometri quadrati nei quali la memoria e il lavoro dell’intera umanità pare essersi data appuntamento. Possediamo un patrimonio storico e culturale davvero unico quanto articolato, la nostra penisola ha visto svilupparsi civiltà fra loro diverse quanto accumunate dalla speranza in un mondo migliore al quale i nostri antenati hanno contribuito che fossero etruschi, greci, punici, romani, goti, longobardi, franchi, normanni oppure cattolici, ortodossi, protestanti, islamici.
I nostri professionisti si sono nutriti della cultura del lavoro che ci caratterizza (e che ha contribuito allo sviluppo di Paesi lontani dal nostro dove gli emigrati italiani hanno operato in maniera significativa al loro sviluppo, dagli Stati Uniti all’Argentina, dalla Germania all’Australia) ma anche di una gioia di vivere che è anch’essa frutto della nostra storia, del nostro clima, di una cultura che tende all’universalità dei valori, all’inclusione dei nostri simili, al rispetto delle scelte individuali come delle diversità di genere e di opinioni.
L’intervento di Valerio Beltrami, presidente nazionale Amira
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Istruzione e mondo del lavoro: un rapporto da rivedere
I relatori delle singole associazioni hanno messo in risalto i punti critici che ostacolano un ulteriore salto di qualità dell’industria dell’ospitalità in Italia, dalla certificazione delle competenze e delle professionalità agli ostacoli frapposti da una burocrazia invasiva a tutti i livelli, dal singolo Comune alla Regione allo Stato. È necessario che nelle scuole alberghiere si ripristini la Terza Area che consentiva a chi lavora a diretto contatto con gli ospiti di portare la propria esperienza a coloro che si stanno formando per entrare nel mercato del lavoro. Il settore dell’ospitalità e della ristorazione richiede competenze pratiche che vanno oltre a quelle esclusivamente intellettuali tipiche di altre mansioni lavorative, da qui la necessità di recuperare un più diretto rapporto tra mondo del lavoro e mondo dell’istruzione. I professionisti che operano all’interno delle associazioni da sempre dimostrano una sensibilità e un senso di responsabilità che vanno incentivati e promossi per il bene delle nuove generazioni cu spetterà il compito di mantenere e migliorare i fantastici risultati che l’Italia ha conseguito in questo settore.