Sostenibilità ambientale sotto l’albero, e non solo: non è più ignorabile l’impatto che gli imballaggi e le confezioni hanno sull’ambiente che ci circonda, e la ricerca di materiali ecosostenibili è diventata una priorità per aziende e piccole realtà che devono necessariamente mettersi in pari con i tempi.
Silvia Azzarone, direttore creativo e co-founder di Tiramisù, agenzia di comunicazione digitale che si occupa di creare brand, packaging, siti web e e-commerce, amplificati dal marketing integrato, ci ha quali sono i packaging sostenibili e come scegliere i più adatti per le esigenze delle diverse attività.
Che cosa si intende per packaging sostenibile?
“Un packaging è sostenibile quando il consumatore può dividere i suoi componenti per la racconta differenziata e allo stesso tempo è informato dallo stesso imballaggio sulla corretta destinazione di ogni elemento. Devono essere scelti materiali riciclabili e devono essere fornite indicazioni su come smaltire ogni componente, per garantire che ci sia un ciclo di vita circolare. Ogni materiale non deve produrre rifiuti, ma deve poter essere inserito in un ciclo di vita circolare. Oggi i settori in cui è più facile trovare packaging di questo tipo sono quelli della cosmetica e degli alimenti, ma si trovano ormai realtà che hanno scelto di puntare sulla sostenibilità ambientale anche nel mondo dell’architettura, del design e della moda, anche se sono settori complicati. Il fast fashion e il consumismo sfrenato sono più che mai sotto i riflettori, e sempre più consumatori cercano di prediligere band che utilizzano materiali ecosostenibili per ridurre gli sprechi e contribuire alla creazione di un ambiente sostenibile”.
Quali sono i materiali migliori e da prediligere per seguire questa mission?
“Si tratta di un mondo complesso, e non esiste una risposta univoca, soprattutto perché categorie merceologiche diverse avranno bisogno di materiali diversi in base alle proprie esigenze. Consigliamo di affidarsi a professionisti di packaging e materiali, che sapranno così consigliare le migliori opzioni a seconda del caso specifico.
Il cartone può andar bene per alimenti come la pasta, per esempio, ma di sicuro non per chi commercia pesce fresco, per esempio. Occorre poi conoscere i diversi produttori, per trovare il miglior rapporto qualità prezzo, considerando anche i tempi di consegna.
Per fare qualche esempio, i materiali biodegradabili che vengono utilizzati per imballare prodotti alimentari sono alghe, proteine della frutta, proteine del latte, zuccheri, plastica di mais, amido di patate, packaging polietilene, packaging polipropilene.
Per la cosmetica vengono prediletti cellulosa, cartone, vetro, legno, fibre riciclate, bioplastiche vegetali; per il settore tessile, sono considerati ecosostenibili cotone, lana, seta, viscosa, lino, juta, canapa, foglie di loto, lyocell, ramié, cocco, denti di seppia, nylon ecosostenibile. Il settore design punta invece verso legno, alluminio, lana, viscosa, bambù, sughero, juta, tencel.
Negli ultimi anni le aziende stanno continuando la ricerca e stanno proponendo materiali trasparenti ecosostenibili che siano in grado di andare a sostituire i vecchi imballaggi in plastica non riciclabile, come per esempio le bioplastiche o l’amido di patate per alimenti”.
L’Unione Europea sta promuovendo con finanziamenti importanti questa svolta con il Green Deal, il Patto Verde europeo, che assegna un terzo degli investimenti del piano di ripresa e resilienza ad ambiente e sostenibilità con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
“Tiramisù è in grado di consigliare le aziende e di aiutare a trovare i materiali ecosostenibili più adatti a progetti e a budget personalizzati” – conclude Silvia Azzarone – “Creiamo progetti su misura, perché ogni azienda è unica”.