I gip di Roma hanno convalidato il fermo per Claudio Campiti, 57 anni, per aver ucciso quattro donne e ferito due persone nel quartiere Fidene a Roma nel corso di una riunione di condominio del Consorzio Valleverde. Al termine dell’interrogatorio, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare e il gip Emanuela Attura ha anche disposto per l’uomo il regime di sorveglianza. Campiti, al momento, è detenuto al carcere di Regina Coeli. Ma non solo. I magistrati hanno riferito che il 57enne, durante l’interrogatorio, ha ammesso che il movente è legato a «rancore e risentimento» covati per anni verso il Consorzio Valleverde. Nel raccontarlo «non ha dato segno di resipiscenza – ravvedimento – alcuna ed il livore e il risentimento che sono emersi, fanno ritenere che se rimesso in libertà non desisterebbe da ulteriori condotte violente e sanguinarie». Di fronte ai magistrati, il killer ha ammesso che i tre zaini, rinvenuti sul luogo della strage, erano stati portati via da lui perché «era certo che non sarebbe tornato a casa».
La premeditazione dell’omicidio
Nell’ordinanza cautelare si legge che la strage dell’11 dicembre è il frutto di una lunga pianificazione. Campiti, stando al gip, ha quindi premeditato tutto. E per il giudice si tratta di «un’aggravante incontestabile». Questo, spiegano i magistrati, è spiegabile dal fatto che Campiti «da tempo non partecipava più alle riunioni del Consorzio e quindi la sua presenza il giorno del fatto non può che essere letta nel senso che si è recato sul posto al solo scopo di portare a compimento il proprio piano, tanto che, appena entrato nel dehor, si è diretto a destra al tavolo dove sedevano i componenti del consiglio di amministrazione».
Il foglietto incriminato trovato nel portafogli
Nell’ordinanza viene anche sottolineato quanto già detto nei giorni scorsi e che spiegherebbe ulteriormente la premeditazione dell’atto: la mattina della tragedia, il 57enne prima di recarsi all’assemblea è andato al poligono per recuperare un’arma per il delitto, «acquistando anche 100 proiettili». Infine, nel portafogli di Campiti «era presente un foglio di carta manoscritto recante la scritta “11/12/2022 ore 9 spazio coperto antistante il bar Il posto giusto, Roma via Monte Giberto 19 incrocio via Serrapetrona“, all’evidente scopo di avere necessario riferimento spazio/temporali per eseguire l’azione criminosa».
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