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Biden pronto a tutto per liberare la Griner. Anche a….? | Piccole Note

Brittney Griner Tempo di lettura: 3 minuti

La geopolitica a volte interseca la cronaca e può riservare sorprese. Anche grandi, come potrebbe essere l’inizio di un dialogo tra Russia e Stati Uniti, ora l’un contro l’altro armati.

La condanna dei giudici russi

Ma andiamo ai fatti. Il 25 ottobre la Corte di appello di Mosca ha confermato la condanna dell’americana Brittney Griner a nove anni di reclusione. La giocatrice di basket, da mesi al centro di una controversia tra Russia e Stati Uniti – che la rivogliono indietro -, è stata condannata per possesso di stupefacenti, accusa ovviamente negata/minimizzata dai suoi legali e dalla madrepatria.

Abbiamo dedicato una nota alla circostanza, spiegando come Biden abbia rigettato la richiesta avanzata da Mosca di un incontro con Putin al G – 20 sull’Ucraina, ma, a sorpresa, ha aggiunto che se sulla guerra non aveva nulla da discutere col presidente russo, se questi volesse parlare di altro, ad esempio del rimpatrio della Griner, avrebbe potuto fare una riflessione ulteriore sulla richiesta.

Questa sfumatura della risposta di Biden è stata cassata dai report dei media d’Occidente, ma nonostante la censura, resta. Se anche non parlassero di Ucraina, ma solo della liberazione della Griner (e di altri cittadini americani detenuti in Russia), un incontro tra Putin e Biden avrebbe comunque un impatto notevole sulla crisi in corso, ovviamente in senso positivo.

L’ipotesi che avevamo avanzato era appunto che un incontro al G – 20 su tale controversia potrebbe effettivamente aver luogo. Un’ipotesi supportata da due fattori: il primo è che il G – 20 si tiene a metà novembre, dopo le midterm, quindi Biden non avrebbe problemi di tipo elettorale; il secondo è che se il presidente degli Stati Uniti uscisse dall’incontro con in mano il sospirato trofeo, cioè la liberazione dei prigionieri, nessuno, o almeno pochi, lo potrebbero accusare di aver ceduto a Putin.

Il G20 e l’impegno USA per “riportare a casa” la Griner

Di un incontro al G – 20 tra i due presidenti si sta parlando, nonostante tutto, fosse solo per negarlo. E la fase meno conflittuale che si è aperta dopo la conversazioni telefoniche tra il ministro della Difesa russo e quello americano, i quali hanno concordato di restare in contatto, potrebbe favorire tale sviluppo.

Ma a dare un qualche contributo alla nostra ipotesi, che resta comunque aleatoria e preda alle giravolte della geopolitica, sono anche le parole dette dal Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in una conferenza stampa tenuta dopo la nuova sentenza della magistratura russa.

Riportiamo il report di Sullivan riferito dal sito ufficiale della Casa Bianca: “Oggi siamo venuti a conoscenza della notizia proveniente dalla Russia che Brittney Griner continuerà a essere detenuta ingiustamente in circostanze intollerabili dopo aver dovuto subire un altro finto procedimento giudiziario”.

“Il presidente Biden è stato molto chiaro sul fatto che Brittney dovrebbe essere rilasciata immediatamente. Nelle ultime settimane, l’amministrazione Biden-Harris ha continuato a impegnarsi con la Russia attraverso tutti i canali disponibili e a fare ogni sforzo per riportare a casa Brittney, nonché per sostenere e difendere gli altri americani detenuti in Russia, tra cui  il collega, detenuto illegittimamente, Paul Whelan”.

“Il presidente ha dimostrato di essere disposto a fare di tutto e a prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani, come ha fatto con successo la sua amministrazione da paesi di tutto il mondo”.

Il neretto è nostro. Una scelta difficile, veramente difficile, sarebbe quella di incontrare Putin per chiedere direttamente a lui la liberazione dei detenuti. Decisione difficile, ma non impossibile. Ad oggi tale ipotesi resta del tutto indicibile, una speranza ineffabile. E però, nel segreto…

Si tenga conto che Sullivan è l’uomo dell’amministrazione Usa più vicino al presidente, da cui la maggiore importanza dell’accenno. E, peraltro, si può notare che la decisione della magistratura russa sembra alquanto tempestiva, dal momento che arriva a pochi giorni dall’inizio del G – 20. E si può avere una ragionevole certezza sul fatto che l’agenda dei magistrati, per un caso così importante, sia passata al vaglio della politica moscovita. Vedremo.

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