MUSICA Ci sono anche un po’ di Langhe in Io non ho paura, il nuovo album del rapper milanese Ernia (già certificato disco d’oro a nemmeno un mese dall’uscita). Il singolo Bella fregatura, in rotazione nelle radio italiane, porta infatti la firma di Pietro Celona, in arte Celo, produttore originario di Neive. Partito facendo musica elettronica tra i banchi del liceo Govone di Alba, il giovane talento ha proseguito laureandosi come tecnico del suono e portando avanti diversi progetti con artisti emergenti: lavora nello studio Nbmusic agency di Torino. L’incontro con Andrea Ferrara, in arte Sixpm, è stato decisivo per la collaborazione con Ernia.
Pietro, che momento stai vivendo?
«Un periodo positivo, Bella fregatura è il mio primo pezzo con una certa risonanza a livello mediatico, anche con gli esperti del settore. Sto lavorando con diversi artisti come Matteo Romano e Lda (Luca d’Alessio, figlio di Gigi), oltre a portare avanti parallelamente progetti musicali precedenti. Il pezzo è in rotazione in radio ed è uno di quelli che sta piacendo di più».
Come è nato il brano Bella fregatura?
«Andrea Ferrara (produttore di Ernia) ad aprile mi aveva chiesto una cartella di brani inediti, poi mi scrive a Ferragosto dicendomi che si trova a Santo Stefano Belbo (dove ha casa con la compagna Rose Villain, ndr) per finalizzare il disco con Ernia. Rimaneva soltanto qualche brano su cui erano poco convinti».
Poi che è successo?
«Subito ho avuto un po’ di timore reverenziale, poi Ernia mi ha chiesto di ascoltare qualche demo. La situazione era molto intima e ospitale: è stata una bellissima opportunità. Il rapper ha scritto il testo lì e abbiamo lavorato alle parti vocali, anche se alcune sono cambiate nella versione finale, finita anche grazie all’amico chitarrista Federico Urgesi. La cosa curiosa è che per molto tempo non ne ho saputo più niente: famiglia, manager e amici continuavamo a chiedermi notizie, ma niente».
C’è spesso il rischio che le sessioni non portino risultati?
«Il mio è un lavoro creativo, dove si registra tanto, ma non sempre si porta a casa molto: il 20 per cento sono vittorie, l’80 sconfitte. Tanti brani rimangono lì nel dimenticatoio, anche se a volte alcuni poi vengono ripresi. Inoltre, spesso è difficile anche rapportarsi con gli artisti, che hanno mentalità diverse».
Dalle tue parole traspare già tanta esperienza, quando hai iniziato?
«Quando facevo quinta ginnasio al liceo Govone ho avviato un progetto di musica elettronica insieme a un altro ragazzo, Matteo Bordino, ora impegnato con la start-up Young Platform. Purtroppo il Covid ha danneggiato la musica da club, dopo la pandemia la gente cercava altro: questo è stato demotivante, tanto che ho pensato di smettere a gennaio 2021. Poi ho esplorato la musica italiana, ho aperto progetti diversi e mi sono laureato come tecnico del suono a Milano».
Che cosa ne pensi dei talent show?
«Ho lavorato con alcuni ragazzi di Amici: i talent ti fanno mettere in mostra e possono essere un trampolino di lancio, però allo stesso modo puoi cadere nel giro di poco tempo. Il problema è che spesso gli artisti pensano di avere creato una grande fanbase per la propria musica, invece sono seguiti soltanto per la notorietà televisiva. Vieni fermato per strada per fare foto, ma non sempre questo corrisponde a riscontri positivi sugli ascolti».
Che cosa ti piacerebbe fare in futuro?
«Purtroppo ad Alba non ci sono studi di registrazioni, né grandi possibilità di collaborazione: mi piacerebbe far crescere musicalmente questa zona, dato che alcuni talenti ci sono, basta guardare a Linda in finale ad X Factor. Vorrei innanzitutto rendere la musica un progetto sostenibile ed essere stabile in un posto.
C’è un artista con cui sogni di lavorare?
«In Italia, senza dubbio. con Frah Quintale».
Lorenzo Germano